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Marzo 2007
Ami, disaminiamo...
Mimmo Presti da Siracusa
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Sicuramente un ruolo fondamentale in tutte le tecniche di pesca lo riveste l’amo.
Questo piccolo accessorio, infatti, risulta essere di primaria importanza rispetto ad altre componenti quali fili, canne, mulinelli ecc.
L’amo va abbinato alla preda che intendiamo insediare ricordando bene che non è un determinato pesce che abbocca alla nostra lenza ma siamo noi stessi che selezionando un determinato amo eliminiamo (in linea di massima) la possibilità che altri pesci abbocchino.
Anche se negli ultimi tempi si tende a ridurre dimensionalmente la misura dell’amo.
Prima di parlare di tipologia di ami, iniziamo a conoscerne le varie parti (vedi immagine 1).
Le parti che compongono l’amo sono:
- il punto di fissaggio alla lenza: detto cruna e può essere del tipo ad occhiello;
- il gambo: in alcuni tipi si possono trovare degli ardiglioni lungo di esso e servono ad avere più tenuta sull’amo all’esca;
- la curvatura;
- punta;
- profondità;
- apertura.
Tutti gli elementi che compongono l’amo subiscono delle variazioni di forma e robustezza dovute al tipo di utilizzo e quindi alla tipologia di costruzione di esso.
Quindi possiamo trovare ami con punto di attacco a paletta o ad occhiello, con gambo corto o gambo lungo, con punta dritta o a becco d’aquila, con apertura stretta o larga, etc. etc…..
Inoltre possiamo avere ami con profilo svergolato (detti storti), questi hanno tutta la parte della punta inclinata su di un fianco rispetto a tutto il resto dell’amo (vedi immagine 2).
Possiamo anche avere ami con degli ardiglioni posti sul gambo, questi servono a trattenere l’esca.
Dopo aver compreso le principali parti che compongono l’amo, passiamo a descrivere i modelli di uso più frequente.
Quindi abbiamo principalmente le seguenti categorie:
ABERDEEN: è una tipologia di amo nato per l’innesco dei vermi, molto indicati per l’innesco dell’arenicola, il coreano e la tremolina. Costruito con curva perfettamente tonda e un gambo molto lungo e profilo dritto. Nella maggioranza dei casi si trova a filo sottile, ma in commercio esistono delle varianti con filo più robusto per permettere l’innesco di esche più voluminose come il bibi e l’americano. In genere sono più usati quelli con attacco ad occhiello per la maggiore praticità ma esistono anche quelli con paletta (vedi immagine 3).
BECK: tipologia di amo caratterizzato dalla punta discretamente diretta verso l’interno (a becco d’aquila), questa offre pochissime possibilità alla preda di slamarsi, grazie anche all’ardiglione molto pronunciato. In genere questi ami sono prodotti in acciaio o altre tipologie di metallo molto resistenti. Il gambo è corto e con filo robusto. Anche per questi ami l’utilizzo maggiore si ha con quelli ad occhiello (a volte anche con occhiello piegato), ma nelle misure più piccole vengono utilizzati anche con la paletta. Si utilizza per le prede con apparato boccale robusto e per la facilità ad essere ingoiati. Si usa con esche dure o voluminose come: il murice, il trancio di sardina o di muggine, i cefalopodi in genere etc.. etc... (vedi immagine 4)
O’SHAUGNESSY: amo dalla curvatura stretta nella parte vicino alla punta, in genere si usa la pesca al tocco, o nei casi in cui si vuole dare la ferrata appena il pesca assaggia l’esca. Con filo robusto e gambo generalmente lungo. E’ un amo molto indicato per le esche siliconate o per vermi voluminosi come l’americano o il bibi, è indicato per inneschi voluminosi tipo tranci Questi si preferiscono con occhiello e di grande misura (vedi immagine 1).
LIVE BAIT: molto simili ai beck ma con punta ancora più chiusa e curva più tonda. Con occhiello e di profilo robusto. Usati principalmente (come indica il nome) per l’innesco di pesci vivi (vedi immagine 5).
Ovviamente in commercio esistono molteplici altri tipi di ami, che possono essere varianti di quelli appena descritti o più semplicemente con le più disparate forme.
Quando, dopo una battuta di pesca, vogliamo riutilizzare un amo in un’altra battuta, dobbiamo effettuare delle operazioni di pulizia e protezione degli stessi. In pratica dobbiamo lavare l’amo in acqua dolce, asciugarlo e lubrificarlo con olio protettivo. Se necessita si può anche riaffilare la punta con pietra mola per ami più piccoli oppure con lima per ami voluminosi.
NOTA: negli ultimi tempi, principalmente nel Big Game si usano anche ami Circle, che permettono alla preda se non allamata in modo corretto di continuarea vivere nel proprio mondo, di questi non se ne è parlato perchè usati raramente.
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