ARTICOLI
 
Anno 2005
Guida all uso del rotante
Michele D Auria





Guida all’uso del rotante
Dedicata a tutti i scers che amano le Onde e il vento in faccia.


Prima parte


1/Introduzione: perché usare un rot a pesca

2/Come è fatto un rotante

3/ Configurazione del rotante

4/Manutenzione del rotante


1/Introduzione: perché usare un rot a pesca

Da sempre il mulinello a tamburo rotante identifica il SC al più alto livello tecnico.
Il mulinello rotante divise sin dalla sua apparizione sulle spiagge italiane ( metà degli '80) - il popolo dei scers: alcuni acquistarono questi gioiellini meccanici senza alcuna nozione sul loro funzionamento .
Provarono a utilizzarlo in pesca , ma dopo le iniziali difficoltà (leggi : parrucche e chilometri di filo consumato) vendettero il rotantino per ritornare nelle braccia accoglienti del mulinello fisso, molto meno esigente del rotante sulla preparazione tecnica del scer.
Il commento più benevolo fu che il rot era una "americanata" ,che complicava la pratica del SC e che- comunque- era difficile da usare.

La solita storia della volpe e dell'uva……

Altri scers ,invece, non si scoraggiarono di fronte alle prime difficoltà ,tennero duro e - pur con pochissimi riferimenti tecnici, alcuni ricorderanno gli articoli di Sandro Meloni - riuscirono nell' impresa : addomesticare il rot e usarlo proficuamente per la pesca tra le Onde.
Per questi ultimi la superiore leggerezza che il rot ha rispetto al fisso, la possibilità di raggiungere maggiori distanze , lo stacco nel lancio infinitamente meno traumatico (per il scer, la canna e l'esca…) rispetto al fisso, la minor fatica nel lancio e nel recupero, il
recupero più potente, la migliore modulabilità della frizione e una azione di pesca molto più tecnica furono decisivi nella scelta di utilizzare
il rot sulle spiagge.

I suoi difetti

( imbobinare con il pollice il filo, la fondamentale importanza di una corretta configurazione, un recupero
in genere- più lento di un fisso, manutenzione molto più frequente ) vengono accettati senza remore perché pescare con il rotante è di un altro livello - tecnico e sentimentale- rispetto al fisso.

Il rotante ha molti vantaggi - e qualche svantaggio- rispetto al mulinello fisso.
Esaminiamoli insieme..

Vantaggi

Peso :
un rot classe 12 lbs ( ABU 6500, Daiwa 7HT) pesa veramente poco : c.a 350 gr contro i 700 gr di un fisso da SC. Questa netta differenza di peso rispetto al fisso si sente nel lancio e nel recupero : maggiori distanze, minor sforzo, maggior facilità nel “rullaggio” della canna.
Elemento non sottovalutabile da parte di pescatori adusi a trascorrere lunghe ore in spiaggia.
Inoltre costa praticamente la metà di un fisso da SC e possiede una vita operativa più lunga.

Maggiori distanze operative:
Il rot si monta sulla canna, il fisso sotto la canna : a prima vista sembrerebbe che le mani assumino una postura innaturale.
Invece questa differente posizione è molto confortevole e permette di angolare maggiormente I lanci rispetto al fisso .
Maggior angolo di rotazione del lancio significa maggiore orbita del
Piombo= maggiori distanze .
Il rotante obbliga a una tecnica di lancio molto progressiva non tollera sbavature nel lancio : la canna si comprime senza fretta con un gesto armonico……
Nella fase di kompressione della canna il rot è meno brutale del fisso : la pressione sulla canna viene filtrata dal pollice che blocca la bobina , nel fisso invece la pressione che grava sull'indice è brutale ( amplificata dal maggior peso del mulinello fisso).
In poche parole, il rot ti "costringe" a migliorare la tua tecnica.
L'utilizzo del rot in abbinamento con le canne in 2 pz costituisce il sistema migliore per pescare con esche voluminose&piombi pesanti abbinati a
monofili dal diametro non risibile ,controvento e con mare mosso oppure per la ricerca sulla lunga distanza del pesce a mare piatto.
Le superiori distanze a pesca del rot viene esaltata dall'utilizzo degli stili di lancio off the ground, aereo-ground e pendolum : esso accresce la capacità del scer di sondare una più ampia zona di pascolo e ,quindi, aumenta le sua chances di incocciare il pesce.
Se i pesci “stanno sotto” ok, altrimenti li si cerca alle massime distanze personali…

Il rot permette ottime prestazioni di lancio con monofili dal diametro diverso :
puoi imbobinarlo con fili che vanno dallo 0.20 - ma bisogna essere esperti- allo 0.60 ,rimanendo sicuri che darà cmq il massimo della distanza!
Il fisso accusa diversi metri dal rot a causa dello spin (torsione da cui “spinning reel”)del filo in uscita dalla bobina e dello scalino che si forma sotto al bordo
superiore della bobina ,quando si riduce il diametro di essa a causa dello svuotamento durante il lancio.

3/ Migliore integrità dell'esca:
Il rot possiede uno stacco molto più morbido rispetto al fisso: la bobina del rot al momento del rilascio del filo è ferma e impiega qualche decimo di secondo per raggiungere la rotazione .
Se a ciò aggiungiamo uno stile di lancio più progressivo rispetto al fisso l'integrità delle nostre esche è al sicuro : specialmente nella pesca a fondo con mare calmo, sappiamo quanto sia fondamentale la presentazione
dell'esca.

Il fisso viceversa produce uno stacco brutale
,in quanto l'accelerazione del piombo è improvvisa ; sia per l'assenza di parti in movimento ( non c'è una bobina che ruota..) che per lo stile di lancio maggiormente
“fisico”.
Tutto ciò si ripercuote sull'integrità delle esche, della canna ,del filo e sulle nostre articolazioni.


4/ Minori rotture sul lancio, miglior trattamento della canna, più lunga
durata del monofilo
Quando bisogna spingere sulle canne ( il pesce pascola lontano dalla battigia o quando si usano esche corpose e vi è un forte vento contrario) il fisso mostra tutti I suoi limiti nel lancio .
La bobina rilascia il filo , durante il lancio, con una serie di larghe spirali che collidono col primo anello, creando - spesso- guai (leggi rotture, parrucche.)
La probabilità che queste spire si attorciglino sul gambo degli anelli sono elevate elevata e le rotture del fisso sul lancio sono molto più elevata che una parrucca sul rot (sullo spunto o sullo splash del piombo).
Attualmente vi è la tendenza ,da parte dei costruttori di mulinelli a bobina fissa specifici per la pratica del SC , di produrre bobine " long cast",caratterizzate dal grande diametro ( cfr. Daiwa Emblem XT,XA,ZA
oppure Shimano Ultegra , Power Aereo, Biomaster nuova serie).
Naturalmente mulinelli fissi con bobine di così elevato diametro rilasciano spire di grande diametro e posseggono il piede di attacco del mulinello ben distante dal fusto della canna ...
Questa è una delle ragioni per cui le canne da fisso utilizzano un anellatura di elevato diametro , a gambo lungo , e in numero ridotto rispetto a quella del rot : si cerca di evitare -per quanto possibile...-che le spire rilasciate dalla bobina urtino contro il fusto
della canna ,durante il lancio.
Durante la compressione del lancio, il ridotto numero di anelli delle canne da fisso - minor punti di flessione sul fusto della canna - causa forti torsioni ( cd. "twist") al fusto della canna amplificate dalla
lunghezza del ponte degli anelli.
Inoltre lo spin del fisso crea problemi al fusto della
canna :
spesso lo shock leader graffia profondamente il fusto, nella zona dietro il primo anello .
In poche parole, il fisso sottopone il fusto della canna a
torsioni/traumi maggiori che l'utilizzo del rot.

Il fisso danneggia molto più del rot il monofilo in bobina: Il fisso ,ogni volta che recuperiamo il piombo, obbliga il filo a una torsione di 90° in quanto il monofilo deve passare sotto al nottolino dell'archetto , all'uopo dotato di cuscinetti a sfera nei modelli più recenti.- per essere distribuito uniformememente sulla bobina.

Il rot fa durare il filo molto di più in quanto non lo sottopone a torsioni durante il lancio e il successivo recupero.
Se poi utilizziamo il fisso sulla lunga distanza ,accoppiato a zavorre di un certo peso (125/150/175 gr) , queste ultime causano - durante il
recupero- forte pressione sulla bobina e le spire di monofilo si serrano molto strette le une alle altre.
Nel successivo lancio è probabile che si producano fiocchi, parrucche&riccioli
sul monofilo e la rottura sul lancio è in agguato ( una costante dei miei primi anni di SC……..).

Il rot permette di utilizzare canne con cima morbida senza il rischio
di rotture sul lancio : il filo viene rilasciato in maniera rettilinea e non patisce eccessivamente le oscillazioni della cima durante il volo del piombo.
Il fisso in questa situazione si comporta in maniera opposta : le spire di monofilo si incastrano negli anelli del cimino e le rotture sul lancio sono
frequenti.

Molti scers

tentano di ridimensionare questo problema sostituendo gli anelli del cimino con altri di maggior diametro (e peso).
Questo è , a mia personale opinione, sbagliato in quanto anelli di maggior peso amplificano le oscillazioni del vettino e riducono ancora di più la sua capacità di ritornare velocemente alla posizione
iniziale ( "quick recovery tip").



Seconda parte


Minori operazioni pre-lancio
nell'utilizzo del rot non è necessario serarre la frizione prima di ogni lancio .
Basta spingere il pulsante di sblocco bobina (per la serie ABU o il Daiwa 7HT) oppure spingere indietro la leva di sblocco bobina (per I Penn 525 GS e MAG e lo Shimano SpeedMaster) : si lancia, si ferma la
bobina col pollice sullo splash del piombo, si gira la manovella e lafrizione ritorna in auge.

Con il fisso bisogna stringere la frizione prima di ogni lancio e aprirla dopo ogni lancio: operazione da ripetere numerose volte ,alla fine stufa, che palle. ..
Inoltre il fisso vuole un ingombrante ditale di protezione per il dito indice, mentre per il rot basta un pezzo di 3 cm di camera d'aria per pneumatici da bicicletta. da indossare sul pollice : è talmente comodo che
non ostacola le manovre di innesco dell'esca né la costruzione dei terminali.
A casa addirittura ci si fa la doccia dimenticandosi di averlo…….(? N.D.R.)

Maggior efficacia della frizione
il rot possiede una frizione esente da impuntamenti e molto più modulabile rispetto al fisso .
C iò è dovuto al fatto che il monofilo non deve essere sottoposto al passaggio angolato sotto il nottolino dell'archetto del fisso e lavora in maniera rettilinea.

Possibilità di personalizzazione del rot
Il fisso ha una personalità passiva : il scer si limita a imbobinare il filo e lo usa.
Il rot è profondamente diverso : il scer può - anzi ,deve..- configurarlo nella maniera più consona alle proprie esigenze , può renderlo veloce come un missile e dal sibilo isterico, oppure tranquillo come un gattino.

Mi preme sottolineare che non esiste un scer che lanci e peschi in maniera uguale a un altro : il rot si adatta a qualsiasi situazione e a qualsiasi pescatore semplicemente cambiando configurazione (quantità&diametro del monofilo, centrifughi, tipo di olio, chiusura del registro meccanico, influenza del freno magnetico).
Un vantaggio non da poco, imo.


Svantaggi
( alias non c'è rosa senza spine…….)

Fondamentale importanza di una corretta configurazione
Il primo svantaggio del rot che mi viene in mente è che il fisso può essere prelevato dalla scatola, imbobinato ed utilizzato senza alcuna manovra preparatoria.

Il rot non è di uso così facile per il neofita : se si ha dimestichezza con questi gioiellini non c'è alcun problema ma un nubbio necessita di una corretta configurazione del rot.
Fatta esclusivamente a casa ,in tranquillità e senza fretta.
Una corretta configurazione del rot ( quantità&diametro del filo, lubrificazione dei cuscinetti, settaggio dei freni centrifughi e/o meccanici) rende il passaggio dal fisso molto meno difficile di quanto si pensi e predispone con confidenza all'uso del rot.
Anzi, tra gli appassionati- meglio sarebbe dire fanatici del rot ...- sorgono spesso delle accese dispute su quale sia la configurazione più performante.
Dispute senza senso ,imo, perché le migliori performances del rot si hanno quando la sua configurazione è tagliata a misura dell'utilizzatore...
c’è chi si trova bene con l’olio Singer e chi usa (anche in pedana) il 50/80….

Manovra di recupero
Recuperare il piombo con il rot è indubbiamente più difficile che con il fisso : si necessita della partecipazione del pollice sinistro che guida il filo nell'imbobinamento, mentre la mano destra gira la manovella.
Le spire devono essere accostate le une alle altre badando sempre di mantenere una costante pressione sulla bobina - ma a pesca è facile in quanto il piombo tende il filo...- e soprattutto evitando di lasciare una
spira non in linea - o peggio,gonfia- : nel prox lancio è probabile la parrucca.

Le prime volte questa manovra sembra difficile ma con la pratica sarete in grado di recuperare il filo con la velocità di un frullatore e - addirittura- di staccare gli occhi dalla bobina ,mentre discorrete amabilmente con un amico ( stile Matteo Pozzi! ).

Velocità di recupero.
Il fisso ha un rapporto di recupero - in genere- più veloce del rot : imbobina una quantità di filo per giro di manovella mediamente più elevata rispetto al rot e I recuperi *dovrebbero* essere più brevi.

In realtà il recupero veloce del fisso è una chimera.
Se il fisso viene usato per la pesca sulla lunga distanza - in genere accoppiato a diametri di filo in bobina ridotti ( ad es. uno 0.18/0.20) e a zavorre da 150 gr - un recupero veloce produce due effetti
negativi : I terminali si aggrovigliano e il filo in bobina assume torsioni che il fisso restituisce durante il prossimo lancio sotto forma di nodi e parrucche.
Quindi anche con il fisso bisogna recuperare piano….

Discreta tecnica di lancio
( sinceramente non penso che sia un difetto del rot anzi, un suo pregio..)
Il fisso è molto più accondiscendente del rot rispetto agli errori della tecnica di lancio : con il fisso se sbagli lancio non succede niente, puoi recuperare il piombo e ritentare (magari sarai più fortunato ??)
Il rot è molto più esigente sul lancio circa la caratura tecnica del scer : fa pagare ogni errore tecnico sotto forma di bruciature del pollice ,parrucche, rotture ( di filo e di scatole).
La maggior parte degli utilizzatori del fisso adotta tecniche di lancio "primitive" ( tipo lancio sopra la testa con 3 passi di corsa ) caratterizzate da brusche accelerazioni e dalle brevi orbite del piombo : con il rot questa maniera di lanciare produrebbe rotture&parrucche.

In altre parole il rot ti stimola ad accrescere la tua tecnica .
Il rot non è da collegare automaticamente a stili di lancio propri del Long Casting o a distanze da record del mondo: anzi, conosco molti scers che lo utlizzano con profitto con lo stile di lancio "side",raggiungendo distanze degne di nota con monofili spessi e
zavorre da 150 gr.

Manutenzione frequente
Se appartenete alla schiera dei scers che non amano manutenere I propri ferri del mestiere 'o rot non fa per voi.
È bene dirlo a priori…
Esso necessita di una manutenzione accurata e non episodica (diciamo ogni 3 battute di pesca) : il fisso è molto meno esigente,basta una ingrassata e una pulizia annuale.
Il rot richiede cure frequenti ma ti ripaga alla grande e con gli interessi!
D'altronde, solo voi sapete che tipo e che scadenza di configurazione avete adottato per il vostro rot...

Conclusioni ( sincere e di parte)

La mia opinione è che il rot si sceglie perché si vuole crescere tecnicamente, perché ti dà delle sensazioni che nessun fisso potrà mai darti, perché è il sistema migliore (abbinato alle canne in 2 pz.) di adoperare esche voluminose&piombi pesanti o per la pesca dei
predatori dalle rocce.

In una parola l'autentico Surf Casting e Rock Fishing d'autore..
Insomma è una scelta che rispecchia la personalità del scer.



Terza parte


COME È FATTO UN ROTANTE


Vi siete decisi a fare il salto e vi siete comprati un rotante.
oppure ve lo hanno regalato. fa lo stesso.
Non lo conoscete, vi mette soggezione e vi pare ostico (a tratti ostile) .
Completamente diverso dal fisso : le sue ridotte dimensioni vi ispirano un sorriso.
Eppure possiede un recupero infinitamente più potente del fisso e una frizione molto più affidabile : in caso di cattura xxl avete un alleato in più.
In realtà 'o rotante è meccanicamente molto più semplice di qualsiasi mulinello a bobina fissa: praticamente una bobina che ruota su sé stessa e , con qualche dritta , il suo addomesticamento è molto più facile di quanto possa apparire - o di quanto vogliono farvi credere..
ricordatevi che per utilizzare correttamente il rot avete bisogno dei "coasters" : sono delle striscette di plastica -o metallo- che bloccano il rot sull tallone della canna.

l'utilizzo dei coasters

permette di posizionare il rot all'altezza voluta :
si può utilizzare una impugnatura più lunga - si diminuisce la leva.- alle prese con piombi "pesanti" - 6 oz - o con una canna più rigida, mentre alle prese con piombi leggeri - 111 e 125 gr- si può optare per una imbracciata
minore .
la lunghezza dell'impugnatura si determina così : prendete il tallone della canna ,impugnatelo con ambedue le mani, ponete il tappo del tallone sotto l’ascella e tenete la canna parallela al suolo.
Stendete il braccio destro e impugnate la canna : aggiungete 5 cm e li dovrete fissare il rotante.
Sia che lo montiate alto o basso.

le parti fondamentali del rot sono:

la bobina
ruota sul proprio asse per rilasciare il monofilo nel lancio, per raccoglierlo nel recupero, quando la frizione cede filo.

cuscinetti a sfera
costituiscono il cuore del rotante e hanno il compito di far ruotare la bobina su sé stessa, durante il lancio e il recupero del piombo e della preda.
Quelli vincolati alla rotazione della bobina sono due: incastonati
all 'interno della bobina - nel sistema "ultracast" o a bobina
indipendente dall' asse,: abu 5500/6500/7000 e penn 525 mag) oppure sono posti all' esterno dell' asse (per rot con bobine solidali all'asse : daiwa 7ht, shimano speedmaster ,penn 525 gs).

l'asse
può essere di tipo solidale alla bobina ( l'asse e la bobina formano un tuttuno e i cuscinetti sono posti alle estremità dell'asse- oppure indipendente dalla bobina stessa sistema ultracast, ove i cuscinetti sono alloggiati all'interno della bobina.)
Due differenti criteri costruttivi,
due differenti comportamenti in volo della bobina : le bobine ultracast sono più leggere di quelle solidali, hanno maggior spunto (velocità iniziale nel lancio) e meno inerzia ( alla fine del lancio rilasciano meno filo). le bobine solidali- in genere- sono più pesanti, hanno meno spunto e
maggior inerzia.
In genere hanno una capacità di filo maggiore di quelle Ultracast e quindi ruotano più lentamente durante il lancio: per questo alcuni le ritengono – a torto!- più “lente”.
Ma è solo una questione di diametro della bobina e di quantità di filo rilasciata per singolo giro della bobina…
bisogna tener conto di queste differenze costruttive nella configurazione dei ns
rotanti.

sistema di sblocco della bobina
Alcuni modelli hanno un pulsante sblocca bobina (abu 5500/6500 e daiwa 7ht) ,altri una leva sblocca bobina (penn 10 mag, shimano speedmaster, penn 525 gs&mag) : hanno il compito di liberare la bobina prima del lancio .

Personalmente preferisco la leva in quanto è più difficile che si inserisca la marcia in avanti durante il lancio ( con le conseguenze di un blocco improvviso del piombo in aria a cui segue megaparrucca con
contorno di scer che si sbilancia in vanti , ), ma il dente di aggancio del pulsante è facilmente modificabile (tramite l’incisione di una tacchetta) per prevenire inopportune chiusure durante il volo del piombo.

sistema frenante
un buon scer riesce a comprimere adeguatamente la canna e nel lancio la bobina del rot raggiunge in brevissimo tempo (meno di mezzo secondo) c.a. 30.000 giri.
Senza un adeguato sistema frenante la bobina rilascerebbe più filo di quanto la velocità del piombo riesca a svolgere.

Si crea un riporto di filo , le spire del filo in bobina si
accavallano le une e le altre ,in brevissimo tempo si crea un groviglio inestricabile la cd. parrucca - in inglese "backlash" o "birdnest" (nido d'uccello)- la cui responsabilità è da imputarsi esclusivamente al
scer per un errore tecnico nel lancio o per una errata configurazione del rot, troppo veloce per il quoziente tecnico del scer - la bobina gira troppo velocemente per la velocità lineare del piombo- - o per le condizioni di pesca.

Il sistema frenante evita questo nefasto avvenimento , in genere accolto dal scer con urla di ira,disperazione&gesti inconsulti (tipo prendere a calci qualunque cosa) ;esso si compone di:

registro laterale
(detto anche freno meccanico in contrasto col freno centrifugo e/o magnetico) : può essere unico , posizionato sulla guancia sinistra del rot, oppure doppio , negli abu con sistema ultracast o nel daiwa 7ht a bobina solidale all'asse.
Si tratta di un bussolotto che ha il compito di battere sul cuscinetto - nel sistema ultracast - oppure sull'asse - in bobine solidali all'asse.
In questa maniera esso taglia il tetto massimo di rotazione della bobina e previene il fuorigiri di essa (cd. "overrun").

Si tratta di un meccanismo semplice rispetto ai centrifughi o ai magneti- ma molto efficace e configurabile sulla spiaggia, mentre si pesca.

una sicurezza insomma.
D ’altra parte un uso massiccio del registro meccanico può danneggiare i cuscinetti (specialmente nei rot a sistema Ultracast).

sistema centrifugo :
Costituito da due -o più - piccoli cilindri (cd. centrifughi ) ,
in materiale plastico o in fibra di carbonio, alloggiati all'interno della camera di rallentamento. i centrifughi sono liberi di scorrere su un asse : quando , nel lancio , la bobina comincia a ruotare, la forza centrifuga li spinge verso la circoferenza interna della camera di
rallentamento e l'attrito generatosi rallenta la rotazione della bobina.

sistema magnetico
costituito da una serie di piccoli magneti (cd. “sistema multimagnetico”) o da un unico magnete(cd. “sistema monomagnetico”) di dimensioni maggiori.
Quando è immobile la bobina in alluminio non viene frenata dai magneti, ma quando essa ruota i magneti esercitano un flusso su di essa ,rallentandone la rotazione.

E' mia opinione che il sistema magnetico sia di gran lunga più comodo e gestibile per alla pratica del sc di quello centrifugo.
Infatti tramite dispostitivi a slitta ( meno progressivi) o a perno (più progressivi) i mag si allontanano - minor effetto frenante- o si avvicinano - maggior effetto frenante- alla bobina in rotazione.

cicalino
(se presente) ha il compito di avvisare il scer/rockfisher che una preda ha gradito l'esca o che una busta di plastica vi sta portando via il filo...
Ricordatevi di disinserirlo quando lanciate o recuperate!!

meccanismo moltiplicatore
alias ingranaggi della trasmissione, dà il nome al mulinello: in inglese "multiplier" -alloggiato nella guancia sinistra, la stessa che ospita la manovella e la stella della frizione

telaio del rot (detto anche chassis )
Avvolge al suo interno la bobina e funge da supporto per le guance laterali.
Gli odierni rot da sc hanno il telaio aperto (tutto pollice) ,con barettelaterali poste strategicamente in maniera da non ostacolare l'avvolgimento del pollice sulla bobina.

Anni fa era necessario segare la baretta indesiderata e recarsi da un tornitore che ne fabricasse una ad hoc, da posizionare in posizione più confortevole.

Se fossero presenti queste barette laterali, il scer non riuscirebbe a trattenere la bobina col pollice durante la kompressione della canna e la bobina gli slitterebbe prima dello stacco : il piombo assumerebbe una traettoria bassa e tendente verso destra.
Occhio, quindi : controllate che il rot che avete intenzione di acquistare sia un rot da sc, privo di barrette laterali poste nelle posizioni sbagliate: altrimenti è un casino usarlo dalla spiaggia.
E controllate anche che sia privo di guidafilo : questo costituisce un pesante impedimento al lancio e - se lasciato in loco- rischia di fare una brutta fine alle prese con il nodo dello sl che avanza verso di esso a velocità supersonica....

piede di attacco del rot sul fusto della canna
Esso dovrebbe essere più basso possibile, in quanto il rot si monta sulla canna - non sotto la canna come il fisso - e il pollice deve abbracciare con facilità la bobina, per trattenerla durante il lancio.
Se il piede fosse alto , il pollice tratterebbe la bobina con
difficoltà ( a meno di non possedere delle mani da frankestein..).
Se il telaio del rot fosse troppo alto - e quindi il pollice ha difficoltà nel bloccare la bobina- si può montare il rot basso sul calcio - cd. attacco basso o alla sud-africana- a c.a. 25 cm dal tappo del tallone.

Inoltre un telaio di ridotta altezza abbassa l'altezza della bobina e rende possibile l'utilizzo di anelli a gambo corto che riducono le torsioni
( "twist") del fusto della canna durante il lancio.
A me piace molto il telaio del Daiwa 7HT; bello basso, da sicurezza alla presa quando si lancia



Suggerimenti sulla configurazione di un rot da pesca


Premessa:

Pescare con il rot è un piacere ,
non facciamolo diventare una lotta
contro le parrucche e le rotture(di filo e di scatole).
Il rotante è capace di ottime distanze anche con una
configurazione “tutta-pesca” : il rotante di zio Neil Mackellow (detentore del record del mondo di distanza per 14 anni e tuttora considerato un Maestro di stile) girava in free-spool (bobina libera e carica di filo) solo per 5 secondi.
In spiaggia abbandoniamo le configurazioni da Formula 1, magari riusciremo a non
imparruccare costantemente, ma la sensazione di essere al limite diminuisce di molto il piacere di pescare .

Ricordiamoci che spesso pescheremo di notte, con vento contrario e la nostra concentrazione sarà messa a dura prova ( inneschi, rotte di pascolo dei pesci,terminali. grovigli etc&) : non avere fiducia nei propri rotanti, a mio parere, toglie lucidità all’azione di pesca.

E poi con un rot “lento” puoi pikkiare quanto vuoi sulla 2 pz sapendo che non imparruccherai mai (errori tecnici a parte)?


La configurazione del rot comprende tutte quelle variabili che influiscono sulla velocità di rotazione della bobina,sullo spunto e sull’inerzia di essa.
Nella mia opiGNone® personale la configurazione di un rot è formata da
10 parametri :

1/diametro del filo in bobina ,
2/quantità di filo imbobinata,
3/equilibratura della bobina
4/lubrificazione dei cuscinetti ,
5/regolazione del registro meccanico ,
6/freni centrifughi (dimensione,numero,materiale ) ,
7/freno magnetico (numero,posizione)
8/forma della bobina ( piatta o quadrata)
10/temperature esterna dell’aria/vento a favore o contrario

Non avvilitevi ?, in realtà le cose sono molto più semplici di come appaiono e ottenere una onesta configurazione da pesca è facilissimo.

1/ diametro del filo in bobina

Due semplici suggerimenti :

A/ Più è sottile il diametro del monofilo che si intende imbobinare
minor quantità dello stesso deve essere imbobinata.

B/Viceversa più è elevato il diametro del monofilo che si intende
imbobinare maggiormente si può riempire la bobina ( cd.imbobinamento “ a zuffùno”®).

In altre parole, se si intende utilizzare un rot da 15 lbs (ABU 6500 o Daiwa 7HT) con lo 0.35 si può imbobinare una buona quantità di filo (anche se a pesca non andrei oltre il bordo bobina …) mentre se si intende utilizzare diametri inferiori (030/028 o anche di meno ) sarebbe opportuno fermarsi a circa 2/3 mm sotto il bordo della bobina.

La spiegazione di questa differente imbobinatura è la seguente : la bobina caricata di 0.35 durante il volo del piombo riduce maggiormente il suo diametro rispetto a quella imbobinata con lo 0.28.
La bobina quindi cede una minore quantità di filo per giro ,l’ inerzia della bobina decresce spontaneamente durante il volo del piombo e non si hanno riporti di filo (backlash alias parrucche ). E noi stiamo quieti…

Invece la bobina con lo 0.28, durante il volo del piombo, riduce il suo diametro in maniera inferiore e quindi cede una quantità di filo superiore rispetto alla bobina caricata di 0.35 : la parrucca è in agguato in genere si sviluppa immediatamente dopo lo spunto con c.a. 80 mt di filo fuori- se si è imbobinato il rot con una quantità
eccessiva di filo.

C è da aggiungere che è più facile districare le parrucche dello 0.35 che quelle dello 0.25 : le spire di filo dal diametro minore si incastrano le une sulle altre…..
cmq, una volta presa la mano con il lancio e il rot è difficile imparruccare.

2/ riempimento della bobina :

quantità di filo imbobinata.
Può essere un riempimento piatto ( il filo arriva all’ orlo esterno della bobina ) oppure bombè (il filo sporge oltre I bordi esterni della bobina , cd. pagnottone® di filo, cit. da Tony Bender ).
Naturalmente la bobina assume un differente comportamento in volo a secondo che sia imbobinata piatta o bombè.
La piatta è isterica in quanto è costretta a girare più velocemente durante il volo del piombo perché possiede un diametro minore e quindi deve compiere più rotazioni per rilasciare la stessa quantità di filo di
una bombè.
La bombè è pacioccona® (cit. da Tony Bender ): ruota lentamente ,sorniona, perché possiede un diametro maggiore.
Differente anche il comportamento nella fase finale del lancio : la bobina pacioccona® accelera immediatamente prima dell atterraggio del piombo , quella piatta ha un comportamento maggiormente uniforme, senza alti e bassi.
A pesca preferisco avere una buona quantità di filo nel rotante in quanto se ne giova la velocità del recupero.

3/ equilibratura della bobina

I scers più esperti ricorderanno sicuramente il vecchio procedimento di equilibratura della bobina del 7HT di : si incollava sulla parte meno pesante della bobina un triangolino di nastro adesivo , sulla falsariga della equilibratura delle gomme delle auto.

Successivamente si è scoperto (grazie a Neil Mackellow) che l’equilibratura della bobina è data dall’imbobinamento dei primi 30 mt di filo.
I primi 30 mt dovrebbero essere imbobinati velocemente e in tensione ,senza badare troppo a un imbobinamento livellato; qualche bozzo è il benvenuto…
Imbobinata la quantità di filo che si ritiene opportuna, si blocca il filo sulla bobina con un giro di nastro isolante o meglio con un nodo: si solleva una spira e si passa il filo per 3 volte all interno di essa- , si appoggia o rot su di una
superficie piana ( il cd. banco ) , si spinge (o si sposta
,in caso di leva) il pulsante libera-bobina e con una ditata- si fa ruotare la bobina.

Una bobina equilibrata
emette solo un lieve fruscio e NON vibra : se ciò
accade , bisogna srotolare il filo -io uso all’ uopo un
vecchio mulinello fisso - e imbobinarlo di nuovo.
Una bobina non equilibrata riduce di molto la gittata dei lanci e I cuscinetti a sfera ne soffrono.
Inoltre il rot “batte in testa “ facendo venire il mal di testa al scer…. ?

3/ regolazione del registro meccanico

Il registro meccanico regola il gioco laterale della bobina alias la pressione che agisce sui cuscinetti.
Il registro meccanico funziona diversamente a seconda che si utilizzi una bobina ad asse indipendente, cd. sistema Ultracast (ABU 6500/5500/Ultra Mag e XLT,Penn 525 MAG) o ad asse solidale (7HT, Penn 525 GS,Shimano SpeedMAster).
Il registro meccanico di una bobina ad asse indipendente è costituito da un pignone che va a battere sul lato esterno del cuscinetto, rallentando la
rotazione di esso.
Invece quello di una bobina solidale agisce direttamente sull’ asse del rotante NON sul cuscinetto.
Da qui deriva l’ uso operativo differente del registro meccanico : nei rot a bobina solidale esso andrebbe posto a 0 assenza di gioco laterale .
Infatti la bobina è in genere leggermente più pesante di quella Ultracast e lo spunto del rotante è tranquillamente gestibile dal sistema centrifugo e dalla densità dell’olio.
Nei rot a sistema Ultracast andrebbe lasciato un lieve gioco laterale -0.5 mm- alla bobina ; una chiusura serrata del registro meccanico produce –alla lunga- danni ai cuscinetti.

C’è da aggiungere che la bobina Ultracast è più veloce di quella ad asse solidale e l’importanza del sistema frenante ( centrifugo e/o magnetico) e della densità dell’olio assume una rilevanza maggiore poiché non è consigliabile stringere il registro laterale.

E poi a che serve avere un rot tanto veloce da doverlo frenare?
A fare più metri?
A pesca e con le esche?
In pedana sono stati raggiunti (e superati) i 230 mt con rot che girano max 20 sec a bobina libera….
E noi dobbiamo usare il rot a pesca, con i piedi sulla sabbia, le esche e vento contrario….
A mio parere una configurazione da pesca invernale (con la quale divertirsi in spiaggia e anche in pedana…) prevede imo un olio a densità SAE 20/50,un centrifugo di taglia normale e si accompagna a una lieve chiusura del registro laterale (max 1 tacca: i cuscinetti iniziano appena a stridere…).
Ripeto, tutto dipende dal nostro stile di lancio : conosco scers/lcers che usano un olio molto denso (SAE 90) e raggiungono distanze da brivido…..

4/ lubrificazione dei cuscinetti

Altre due semplici regolette:
A/Minore è il diametro del monofilo, maggiore deve essere la viscosità dell olio utilizzato per la lubrificazione dei cuscinetti.
B/Maggiore è il diametro del monofilo, minore può essere la viscosità dell olio utilizzato per la lubrificazione dei cuscinetti.
La densità dell olio nei cuscinetti modifica il tetto massimo di rotazione della bobina : un olio fluido ( ad es. SAE- che significa Scientific Association of Engineers - 0/30) logicamente fa girare i cuscinetti più velocemente di uno con densità SAE 20/50.
La densità dell’ olio andrebbe proporzionata al riempimento della bobina : una bobina carica di 0.25 NON andrebbe accoppiata a una lubrificazione
con olio fluido (es. 0/30) in quanto il regime di rotazione della bobina sarebbe troppo elevato per le esigenze di pesca ,il diametro della stessa non si ridurrebbe durante il volo e le parrucche sarebbero di dimensioni eclatanti (modello anni 60....)
E anche se il scer fosse un forte lanciatore una configurazione così spinta ,imo, non avrebbe senso sulla spiaggia, si cammina sulla lama di un rasoio e a pesca ci si deve divertire , a mio parere.
Il giusto rapporto densita dell’olio/ diametro del filo in bobina assume aspetti ancorà più evidenti con i rot s da 20 lbs/040 ( Penn 525,Abu 7000,Shimano SpeedMAster): queste bobine sono capienti e rilasciano una grossa quantità di filo per singola rotazione della bobina: usate oli densi , almeno un 20/50 invernale e un 90 estivo.
Per lo Speedmaster ci vuole un SAE 120 perché la bobina è a forma quadrata, molto sviluppata in altezza e possiede un raggio considerevole : gira veloce….

La velocità di rotazione della bobina dipende anche dalla quantità -non solo dalla densità - di olio immessa nei cuscinetti.
Troppo olio nei cuscinetti e li inchiodi : il rot gira più lentamente e l’olio potrebbe fuoriuscire dai cuscinetti, sporcando i centrifughi (=parrucche).
Non uso miscele di oli (es. Singer + HPX o Singer 15/40) perché i differenti componenti non si amalgamano: te ne rendi conto perché facendo riposare la miscela l’ olio più denso ,di colore scuro, si accumula
sul fondo del contenitore.
Inoltre nelle miscele di oli è difficile determinare l’ esatta percentuale dei componenti.
Valido ,viceversa, è l’uso dell’STP (additivo per motori diesel esausti) da addizionare a un olio multigradi di qualsiasi densità: l’STP è nato per amalgamarsi all’olio e non se ne separa.
Con l’STP abbiamo il vantaggio di creare da noi la viscosità ideale del ns. olio variando le percentuali di STP e di olio .
Una buona base di partenza per la pesca primaverile alle mormore/orate è 30% STP e 70% olio 15/40 o 20/50, in inverno si può utilizzare tranquillamente il 15/40 senza alcuna aggiunta di STP perché la bassa temperatura rende l’olio più denso.

La lubrificazione dei miei rot la faccio così:
non smonto i paraoli dei cuscinetti ma immergo il cuscinetto per 5 minuti nel diluente alla nitro - 3 euro per un litro dal ferramenta - incastro il cuscinetto su di una matita e lo faccio ruotare .
ATTENZIONE AGLI SCHIZZI DEL DILUENTE: SONO PERICOLOSI PER GLI OCCHI E LA PELLE!
Il cuscinetto dopo un po’ incomincia a stridere nella rotazione : segno che il diluente è evaporato.

Prendo uno spillo, ne immergo la punta nell olio prescelto
E ne faccio cadere nei cuscinetti due gocce .
Pulisco il cuscinetto da eventuali residui di olio.
È mio parere che non sia corretto lasciare I cuscinetti in ammollo nell olio prescelto (a meno di esigenze particolari, leggi Shimano SpeedMaster…) perché non è quantificabile la quantità di olio che pervade il cuscinetto.

Rammento che una quantità eccessiva di olio costituisce
un freno al tetto max di rotazione della bobina e può fuoriuscire dai cuscinetti sporcando i centrifughi (se presenti) e annullandole l’azione frenante (=parrucche).
Per la stessa ragione non lubrifico I cuscinetti ponendoli
magari con I paraoli &- in un cucchiaio colmo d olio
,accostando la fiamma di un accedino sotto il cucchiaio: l’ olio sottoposto a tale calore potrebbe deteriorarsi e perdere le sue qualità.

La durata di una lubrificazione da pesca varia moltissimo :dipende molto dalla densità del lubrificante utilizzato e dalla quantità di lanci effettuta.
In genere la lubrificazione da pesca dura una intera stagione se si usano oli densi (15/40,20/50,90) e se i cuscinetti sono dotati di paraoli.
Cmq, appena il rot diviene più rumoroso oppure cominciano ad accadere strane parrucche o rotture è il segnale che si deve ristabilire la lubrificazione dei cuscinetti.
La densità dell’olio che uso da pesca si attesta in un range che va dal 15/40 all’80, dipende dalla stagione (inverno =oli meno densi, estate=oli densi).
Ripeto, l’assioma “ rotante che gira veloce=più metri” è una chimera, andate a verificarlo di persona in pedana, è tutto filo che fuoriesce e vi accorcia il tiro riducendo l’inerzia della bobina ( si svuota senza ragione) e facendo vela col vento…

5/ freni centrifughi (dimensione,numero,materiale )

In genere I rot da 15 lbs ( ABU 5500/6500 , Daiwa 7HT) ne montano due di serie, alcuni rot da 20 lbs ( Penn 525 GS ) ne montano quattro in quanto la bobina pesa di più e possiede una maggiore inerzia durante il volo.

I freni centrifughi sono di varie dimensioni: è chiaro che un centrifugo grosso frenerà di più di uno piccolo, ma anche la forma è importante .
Inoltre, una forma appuntita frena di meno di una forma larga.

I centrifughi in plastica frenano meno di quelli in fibra di carbonio ,pur essendo più pesanti di questi ultimi : probabilmente è dovuto alla
maggior scorrevolezza della plastica sulle pareti in metallo della camera di rallentamento rispetto al carbonio .

Il peso è una variabile importante : centrifughi pesanti si fanno sentire durante il volo del piombo e mettono al riparo dalle parrucche.
Però accorciano anche di molto I nostri lanci.
Personalmente preferisco usare una configurazione composta da olio denso accoppiato a centrifughi medi oppure a un freno magnetico minore che un olio fluido accoppiato a due centrifughi grossi o a un maggiore uso del freno magnetico.

La ragione di questa mia scelta sono essenzialmente due :
una è che l’ olio diviene più fluido durante il lancio , la
rotazione dei cuscinetti durante il lancio genera calore che fluidifica l’ olio , tesi di PugnaX, oppure l’olio viene sospinto all’esterno delle sfere dalla forza centrifuga ,tesi di Tony Bender .

Ferve ancora il dibattito su quale tesi sia preferibile ma l’importante per noi scers è che il rot durante il lancio accelera che è una bellezza…..
Durante il lancio la bobina si svuota e l’ inerzia di essa
diminuisce (la bobina ruota più lentamente) però l’olio si fluidifica/evapora e rimette le cose a posto.
Nel caso di mulinelli a freno Magnetico (ABU 6500 mag,Penn 525 Mag) si sostiene (autorevole fonte UK) che “troppi magneti uccidono il lancio” per cui si tende ad utilizzare meno magneti in posizione prelancio e un olio più denso.
Anche a pesca una configurazione del genere è,imo, preferibile : se si vuole far correre il rot basta diminuire il freno magnetico.
Quindi con i rot magnetici basta agire sul freno magnetico per adeguarli alle condimeteo incontrate sul luogo di pesca SE l’olio è della densità “giusta” ?….

6/ freno magnetico

Q uesto tipo di freno è , a mia personale opiGNone®, il migliore per la pesca dalla spiaggia.
Basta utilizzare un olio a media densità , sarà il mag a risolvere tutti I problemi.
L effetto frenante del mag ( cd. Eddie current ) è profondamente diverso dal freno centrifugo: possiede un andamento esponenziale , più la bobina ruota velocemente, maggiore è l’ effetto frenante dei magneti.
Ma non è questo che mi fa preferire l’ uso del mag a pesca : è la possibilità di gestire in tempo reale il freno magnetico che fa la differenza.

In altre parole, se in spiaggia trovo un vento frontale a 15 nodi e ho intenzione di usare esche voluminose ( sarda, calamaro, fasolare)
posiziono il mag al massimo, la rotazione della bobina rallenta di conseguenza e non avrò problemi di parrucche.
Se il vento calasse di colpo - evento non raro : significa che la scaduta è iniziata…- non faccio altro che chiudere di qualche tacca il mag e mi ritrovo con un rot molto più veloce,senza inkazzarmi per la scelta sbagliata della configurazione.

Il mag possiede un altra interessante peculiarità,
che richiede però una certa dimestichezza : è possibile in presenza di condimeteo particolari, alias vento calma di vento o vento di spalle, e buona tecnica di lancio ,
alias ground e pendolo - escludere il controllo magnetico durante il volo del piombo ,acquistando una manciata (pochi..) di metri in più.

A chi volesse farlo, consiglio di escludere il mag dopo lo spunto del piombo e di fare le cose lentamente…
D'altronde è possibile fare gli smanettoni anche con I rot
a freno centrifugo : si svita il registro meccanico sinistro in
volo.
Ma ci conviene?????

Forma della bobina (piatta o quadrata)

Una bobina di forma piatta ad andamento
rettangolare : più lunga che alta) possiede uno spunto molto veloce e poca inerzia (ABU6500/5500,Penn 525)
Viceversa una bobina quadrata (più alta che lunga) ha uno
spunto meno veloce ma molta più inerzia. (Stimano SpeedMaster).

Una bobina piatta è facile che vada in overun sullo spunto ma di solito- non crea problemi sullo splash del piombo,una bobina quadrata di solito- non crea problemi sullo spunto ma sullo splash sì.
Il riempimento della bobina dovrebbe essere diverso : quella piatta la si può imbobinare tranquillamente a livello delle flange,mentre con quella quadrata è consigliabile restare 3 mm. sotto il bordo.
Il peso della bobina è un altro parametro importante ; una bobina pesante tarderà a ruotare (alias no problem sullo spunto) ma acquisterà molta inerzia durante il volo (attenzione allo splash del piombo).

Una bobina leggiera avrà uno spunto da F1 alla griglia di partenza ma non possiede un timing critico sullo splash ( a meno di usare oli fluidi a pesca…).

Alzo del lancio

Si tratta ,a mia personale opinione, di una falsa questione :
pescando dalla spiaggia,controvento e con esche una traettoria caratterizzata da un alzo consistente sarebbe da preferire il volo consuma più filo e non avremo problemi di parrucche sullo splash del piombo.
Provate a lanciare teso a pesca e ditemi quanto tempo impiegherete a disfare le parrucche….
Ah, un’altra cosa; un lancio “alto” a pesca ha una percentuale di sgancio delle esche dai bait clips pari al 99.9%.
Possiamo dire lo stesso dei lanci tesi?



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