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Giugno 2006
Mormore, mormore, mormore...
Massimo Saija da Messina
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La bella stagione sta arrivando, con lei le perturbazioni più importanti e di conseguenza le forti mareggiate spariranno e inizierà un periodo di calma e stabilità meteorologica. E’ questo il periodo in cui le nostre menti iniziano a variare assetto, e pensano alle pescate serali in pantofole alle mormore! Allora ricordiamoci anche con chi dobbiamo confrontarci!!
La mormora, grande piccolo pesciolino molto simpatico e sportivo, famiglia degli sparidi, Lithognathus mormyrus, ha il corpicino allungato con la testa molto alta, la colorazione principale è argentea, ma il corpo è solcato in verticale da linee più scure alternate a linee più chiare. Non raggiunge dimensioni enormi, diciamo che già un esemplare lungo 40 cm per 9 etti di peso è bello grosso.
Ama vivere in praterie di sabbia fine con ciottolame sparso e un poco di vegetazione. Qui trova il suo nutrimento fra piccoli crostacei e vermi in particolare che ama cercare grufolando nella sabbia.
La sua attività è principalmente notturna. La si trova raramente a più di 20 mt di profondità, è un pesce che staziona solitamente fra i 4 e i 6 mt.
Adesso che sappiamo chi è vediamo di capire come insidiarla con successo.
Prima di tutto cerchiamo la spiaggia adatta, scartando quelle con prevalenza rocciosa e concentrandoci su quelle sabbiose con poseidonia e qualche isola di ciottoli.
Trovato il posto prepariamo la nostra attrezzatura. Solitamente una battuta a mormore si effettua con tre canne, due leggere e sensibili con potenza centrata sugli 80 grammi e una più potente centrata sui 125 gr.
Le prime due saranno usate per cercare la preda sulla corta e media distanza e l’altra per sperare nel pezzo grosso su orbite più esterne. I mulinelli da montare saranno di piccole o medie dimensioni e caricati dallo 0,20 allo 0,25, naturalmente corredati da para strappi adeguati alle zavorre usate.
Adesso che la nostra attrezzatura e pronta e sappiamo anche dove andare a pescare ci dobbiamo dedicare alla ricerca delle esche. Fra gli anellidi in commercio possiamo usare prima di tutto l’arenicola e piccoli bibi per poi andare a provare anche con coreano, tremoline, muriddu, americani. Altrimenti ci lanceremo anche su piccoli cannolicchi da innescare senza guscio o piccoli paguri.
Ora siamo in spiaggia, le canne aperte, l’esca pronta e ci tocca preparare i calamenti ideali per questa battuta. Personalmente inizio con il preparare la canna da lunga distanza, qui è meglio usare un classico short basso con bracciolo lungo circa 1,5 mt del diametro che può variare dallo 0,20 allo 0,25, al quale metteremo un amo tipo Aberdeen o beck del tipo a gambo sottile relazionato all’esca che useremo, diciamo comunque che per arenicola, coreano, tremolina un 10-12 per cannolicchio, bibi, paguretti dobbiamo salire al numero 8-4.
Invece per le canne da media e corta distanza realizzeremo un calamento tipo pater-noster a braccioli lunghi, il bracciolo alto lo faremo circa 50-60 cm quello basso circa 70-80 cm. Gli snodi realizzati con il classico sistema nodino-perlina-girella-pernina-nodino, dovranno essere lontani tanto da impedire che i due braccioli non si tocchino, per esempio se facciamo il braciolo alto lungo 50 cm e quello basso 60 cm la distanza fra gli snodi dovrà essere di 115 cm. Il trave del calamento lo realizzeremo dello steso diametro del parastrappi. Adesso siamo in pesca, dato che è notte ricordiamoci di montare le lucine chimiche sulle vette delle canne. Ora non ci tocca che aspettare la mangiata, questa arriverà come sempre improvvisa e si manifesterà o in un calo di tensione del filo in bobina oppure con alcune tocche decise, quasi mai sarà violenta da fare flettere molto la canna. Appena prendiamo la canna in mano dopo la mangiata effettueremo una leggera ferrata e inizieremo il recupero, da subito sentiremo pesante con alcune testate, per poi continuare così fino nel sotto riva dove la mormora si esibirà in alcune fughe e violente testate. Se durante il recupero sentiamo di colpo alleggerirsi tutto non perdiamo le speranze, spesso le mormore tendono a nuotare veloci quanto il nostro recupero per poi farsi sentire nel sotto riva.
Cosa dire di più? Cercate di fare vostra questa bella tecnica per trascorrere bene le calde e serene serate primaverili ed estive.
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