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Gennaio 2009
Century Tornado Match and Sport
Emanuele Velardita
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Le considerazioni di massima su azione e struttura, fatte in occasione della Tip Tornado Lite (P.i.S. 12/2008), valgono anche per queste due sorelle maggiori, con un valore aggiunto in termini di potenza e rigidità.
L’esile fusto della Lite, viene complessivamente irrobustito, per incrementare la potenza minima, facendole raggiungere i 125 gr.
La nuova struttura, più rigida e spessa (il tallone è di circa 23 mm, contro i 22 mm della sorella minore), viene quindi potenziata attraverso una azione capillare nei punti strategici dei due elementi, che ne aumenta il peso complessivo ma non ne intacca l’azione.
Il risultato finale è, quindi, un aumento delle grammature massime - 175 gr per la Match e 225 gr per la Sport - mantenendo inalterati sia la struttura che il comportamento (esiste anche il modello intermedio da 200 gr chiamato Super Match).
In pratica lo stesso attrezzo, la stessa azione, lo stesso comportamento ma con potenze differenti.
Pesca e Lancio.
In pesca, ciò che impressiona, è la prima sezione della cima, quella che solitamente viene riportata in VRT.
Questa è – similmente a quanto accade per la Lite, in carbonio – e si presenta attiva nell’azione, solida e robusta, ma mai sorda.
Pur non trattandosi di attrezzi dedicati alle mormore, la sensibilità c’è e si sente, nei recuperi come in pesca, con una trasmissione delle vibrazioni e una segnalazione delle tocche precisa ed inequivocabile.
Messa in tensione, assume una curva tipica e poco accentuata, anche se utilizzate con piombi filanti e fondo chiuso.
Alle prese con le condizioni da manuale (vento frontale, mare formato e fondo aperto), danno sempre il massimo.
Indipendentemente dal diametro utilizzato, non risentono dell’onda di risacca, e – aspetto molto importante – non cedono all’insabbiamento del piombo, tenendolo in continuo equilibrio senza scalzarlo.
Il sottovetta, imponente nell’accumulo di potenza, è in grado di affrontare ottimamente qualsiasi situazione, anche la più estrema, senza affaticare nel recupero.
Il pedone, infine, è duro ma recettivo e gioca un ruolo fondamentale quando, alle prese con una grossa preda, abbiamo bisogno di quella potenza in più per far volgere a nostro favore il combattimento.
Parlando di lancio, sono attrezzi molto potenti, con un secondo elemento importante accumulatore di energia ed un pedone recettivo in chiusura.
L’azione è molto rapida, sia nel caricamento quanto nel rilascio della potenza accumulata.
Aggredirle non serve a nulla; il gesto dovrà esser sì rapido, sicuro e accompagnato da una chiusura fulminea e potente, ma mai brutale.
In ogni caso, è difficile portarle al limite, anche con grammature over range.
Queste ultime, pur non potendo costituire la norma, se usate con tecnica e precisione, tagliano anche il più ostico dei venti contrari, portando la nostre esche su rotte interessanti e difficilmente raggiungibili.
Le distanze ottenibili in condizioni ideali, sia in ground che in aeroground, sono impressionati se messi a confronto con altri attrezzi della stessa fascia, progettati e studiati per la pesca e non per la pedana.
Accoppiamenti Conclusioni e Quotazioni.
Il taglio asimmetrico e la potenza complessiva, guidano verso un accoppiamento con rotanti di fascia elevata, quali sono i 525 Penn, i Daiwa Slosh 20.
A mio avviso, vista la lunghezza non esagerata (siamo a 13 ft) e la continuità dell’azione, un montaggio alto del mulinello, ci permette di sfruttare l’arco nella sua interezza, senza preoccuparci di compensare, aggiungendo il reducer, la passività tipica delle cime riportate.
Ad ogni buon conto, gli attrezzi rendono ottimamente (esaltandoci anche, nelle condizioni più favorevoli) anche in accoppiamento con macchine di libraggio inferiore, come Abu 6500 e Daiwa 7HT.
Tanto, tenendo sempre a mente che, scendere di diametro sotto la soglia dello 0,30, si rivela pressoché inutile se non addirittura deleterio per il filo, soprattutto alle prese con la Sport.
Dei due attrezzi, la Match è quella che colpisce per poliedricità.
Un attrezzo potente, ma senza esagerare, con una riserva di nervo in grado di mettere un piombo da 150 gr oltre la soglia dei 140 mt con agilità, scalzare facilmente una piramide da 200 gr nel pieno di una mareggiata, seguire con precisione le rotte dell’esca se decidiamo di pescarci con il vivo.
Un attrezzo ideale, dunque per chi cerca qualcosa da usare sempre senza problemi.
La Sport, invece, si rivela decisamente votata alle intenzioni più estreme, e non solo in pesca.
Ottima compagna a cui chiedere conforto se siamo alla ricerca della preda della vita o se intendiamo affrontare situazioni al limite delle capacità nostre e degli attrezzi, ci segue tranquillamente anche in pedana, permettendoci un allenamento costante ed in sicurezza, che ci metterà in grado di sfruttare al meglio, una volta scesi in spiaggia, lei come le sorelle minori.
Comprarne una coppia dell’una o dell’altra, a mio modesto parere, serve a poco, soprattutto se si sta parlando della Sport.
Molto più interessante e performante, può rivelarsi l’acquisto di un esemplare per tipo, da alternare o utilizzare insieme, a seconda delle necessità.
In pratica, Lite, Match e Sport, da sole rappresentano un’attrezzatura completa in grado di affrontare qualsiasi situazione, dalla più estrema alla più soft, permettendoci di diversificare l’azione di pesca e, quindi, le possibilità di cattura.
Parlando di prezzi, ovviamente, salgono rispetto alla sorella minore.
Il blank, si aggira tra le 300 e le 330 euro a seconda del modello, a cui aggiungere sempre la spesa per il montaggio e quella per il relativo trasporto.
Certamente non stiamo parlando di bruscolini, ma se le mettiamo a confronto con il Made in Italy di elevata fattura che spesso troviamo sugli espositori, il dubbio che siano, una tantum, soldi spesi bene, dovrebbe almeno sfiorarci.
Emanuele Velardita.
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