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Gennaio 2018
quattro quinti di vita e passione
Marco Abate da Messina
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Vi son stili di vita e stili di vita, abitudini ed abitudini, cervelli e cervelli, modi di fare e modi di fare, del resto se fossimo tutti uguali saremmo dei cloni e non avremmo avuto Artisti e Menti e le consecutive scoperte/evoluzioni in tutti i campi, o, saremmo stati semplicemente tutti dei geni.
La pesca di per sé è catalogata come un hobby, una passione o sport, dipende solamente dal pescatore, da come la vive, dal proprio interesse ed "io". La differenza, a mio avviso, sta proprio nel valore aggiunto che la pesca come altri pochi hobby/passioni possono dare, ovvero essere uno stile di vita. In ultimo, se ci si sofferma un secondo a riflettere, lo sport dell'arrampicata si può paragonare alla pesca, dove il neofita ha sempre un istruttore o osserva il più esperto per capire ed apprendere il corretto meccanismo, ma in futuro il piantare i picchetti per la cima che gli salverà la vita spetta solo a lui e le proprie esperienze lo faranno crescere e cercare arrampicate sempre più dure, ottenendo il proprio soddisfacimento.
Volevo raccontare la storia dei quattro quinti della vita vissuta ed anagrafica di un ragazzo, che ha percorso in volata l’ambita staffetta dei 18 anni, ritrovandosi uomo di quasi 38 anni (con morbo innato del Peter), ma con la passione e la voglia di vivere il suo stile di vita sempre e comunque. Le passioni camminano di pari passo con la vita di tutti i giorni, ed esternano/arricchiscono/alleggeriscono/curano la routine della quotidianità, che alle volte risulta monotona o con scalini che hanno come intonaco e mattoni i problemi.
Era minorenne e veniva scarrozzato a destra e sinistra da suo papà o con i cugini o successivamente da Pescatori molto più grandi, perché "dove lo lasciavi lo trovavi", cioè a pesca con le infinite domande che ne scaturivano o se era un'uscita diversa, nuova, stava solo ad osservare i propri Mentori.
La bicicletta nei periodi caldi percorreva infiniti chilometri, seguiva anni dopo il motorino ed iniziava ad intrecciare lo spazio per il proprio hobby, da quello dei divertimenti e delle ragazzine, erano gli anni che si dormiva quando si sveniva.
Il miracolo dei 18 anni ha dato 4 ruote, indipendenza pura e con lei l'ingresso al mondo del lavoro. Tutto sommato la passione ha tratto benefici, quali la possibilità di pescare ovunque, e di scoprire una fetta importante della pesca – che fino a quel giorno coltivata per lo più con amici del proprio orto – cioè lo stare insieme a persone sconosciute e sentirli "amici di sempre" in meno di 10 minuti.
Il miracolo dei 18 anni ha fatto prendere il volo agli anni trovandosi con più del doppio degli anni.
La voglia di pescare ed i Maestri alias mostri sacri dell'epoca (che ancora leggiamo per fortuna nostra), i primi video, le vecchissime riviste ecc lo hanno accompagnato nelle novità, aprendo spiragli di curiosità su tutte le tecniche possibili ed immaginabili, gli amici che le praticavano hanno fatto da cicerone, ma il galleggiante, che sia inglese o meno, non ha mai perso il proprio valore.
L'acqua che ha visto andava dalla salata alla dolce alla salmastra alle varie barche proprie o di amici, non ha spot dove non abbia pescato che siano scogliera, porto, spiagge, dighe, laghi, fiumi, foci, pozzanghere o sputi d'acqua, ecc, perchè la voglia di bagnare il filo non ha limiti ed è spinta dalla voglia di scoprire nuovi spot e conseguenti nuove avventure ed esperienze, con logici infiniti chilomentri di macchina, pullman e treno.
E' la stessa persona che oggi si ritrova, per sfortuna o fortuna, con più tempo libero da poterle dedicare (minimo 4 pescate a settimana) e le trasferte non son più limitate al fine settimana o ferie o incastri assurdi, ma si prolungano per giorni anche smezzandole in diverse regioni o perché semplicemente va a mestiere.
La premura nel recuperare e vedere una bella preda, si è trasformata nel godere delle attrezzature e successiva ricerca e prova di accessori e attrezzi che nel corso delle stagioni ti portano a lasciare meno pesci in acqua e di recuperi nel minor tempo possibile, forzando quando è giusto che sia e godendo doppio come risultato finale, pur consapevole che ci sono Pesci che non ti danno modo di esser portati sotto e che esistono le cause di forza maggiore.
Oggi si ritrova spesso a passare il tempo scrivendo 2 righe, perché il trascrivere o il riportare su carta gli riporta alla mente spezzoni di vita vissuta e di gioia, come quando seduti in macchina con il mio Socio quasi ventennale o i miei Mentori o Amici, si parla di accadimenti o si rivanga il passato, uno dei tanti aspetti curativi della nostra medicina pur stando al caldo ed in contesti differenti.
Quello che scrive riguarda solo esperienze di pesca vissute o di prove fatte, perché all'incirca nel 2001 ha scoperto il mondo dei forum, lo scambio con qualsiasi persona e la possibilità di poter scrivere, o meglio poter parlare della pesca anche al di fuori dei negozi o dello stare in pesca o degli amici. Purtroppo, com'è normale che sia, nel corso della vita ha dovuto prendere delle scelte forzate che cozzano con le proprie voglie, ma che fortificano il carattere e fanno crescere, perché la pesca è anche questo.
Non vuole essere Poeta o Scrittore, né paragonarsi a Grandi Scrittori di pesca di ieri (la prosa del grande Albertarelli) e di oggi, che riescono con una penna a portare il lettore di fianco a loro nella battuta di pesca, o che tra le righe danno molto, ma molto di più di uno che scrive e parlare di sola tecnica ed esperienze accumulate negli anni. Ora da un paio di anni riporta il suo "io" su FB solo per il gusto ed il capriccio di scrivere di Pesca e sicuramente non cerco un "pubblico di nicchia" perchè non ho le doti per poterlo fare, ma un dialogo alieutico.
Ha visto dal 2001 circa una crescita inaspettata, una voglia irrefrenabile di pescare miratamente a singole specie (dipendenti dalle stagioni), perché preferisce 100 cappotti ma rincorrere soprattutto il proprio sogno da "pescatore di bolognese" della over 8 kg a bigattino e la over 10 on qualsiasi esca, ma allo stesso tempo pesca per divertirsi, per rilassarsi e per stare ore ed ore con chi è più malato di lui.
Gli acciacchi che già bussano da qualche anno, quelli diversi dalla normalità del corso della vita di tutti i giorni (di birbantello, casa, lavoro ecc) se non li avesse, equivarrebbe al non aver vissuto la propria passione ed il proprio stile di vita.
La pesca per lui è Pesca e non è certamente una caccia al tesoro del piedistallo né un togliere il tempo ad altre priorità, ma è un piacere di vita, un appiglio che porta tranquillità e uno stile di vita parallelo a quello che la società per determinate cose quasi obbliga. Il tutto è contornato da piccoli gesti e abitudini che sono parte integrante e definiti come mini rituali (il montare, il lavare l'attrezzatura, il preparare le lenze ecc ecc ecc).
Un abbraccio da Marco Abate
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