|
|
 |
|
 |
|
|
Settembre 2006
Obbiettivo Spigola!
Massimo Saija da Messina
|
|
Ci troviamo ancora insieme a parlare di tecniche specifiche di cattura, oggi parliamo di sua maestà la Spigola! In breve cercherò di descrivere le tecniche per insidiare gli esemplari XXL. Parlando di spigole di grandi dimensioni molti di voi inizieranno a sognare dato che questo pesce è, dopo l’Orata, nei sogni e nella mente di tutti coloro che praticano il Surf Casting. Pesce che compare e scompare all’improvviso durante le forti mareggiate invernali. Il nome scientifico è Dichentrarchus Labrax, famiglia dei serranidi. Possiede un corpo molto idrodinamico, quasi un siluro, di colore argenteo, ha una bocca enorme ed una testa molto imponente. Si adatta a quasi tutti i fondali, e si nutre quasi del tutto di piccoli pesci anche se non sdegna granchi o qualsiasi cosa si muova in acqua!
Parlando di surf casting, la spigola sfrutta le mareggiate per insidiare i piccoli pesci in difficoltà fra le onde. Quindi la troveremo nei canaloni o hai suoi margini, ma,grazie al suo corpo allungato, anche nel pieno delle onde.
Per insidiare questo splendido pesce dobbiamo munirci di un’attrezzatura adeguata ad affrontare un moto ondoso deciso, quindi in generale canne potenti da proiettare 5 once (150 gr circa) con tranquillità. Si può scegliere sia fra potenti telescopiche che fra tutte le 2 pz da pesca.
Il mulinello deve possedere le classiche caratteristiche di uno da surf, bobina conica e capiente, avvolgimento impeccabile e una frizione numero uno. Se invece parliamo di rotanti, tutti quelli da pesca di taglia almeno 6000 vanno bene.
Il calamento ideale per la spigola è lo short, sia alto che basso. Tenendo una particolare attenzione sugli snodi, sarebbe un peccato perdere un combattimento con una preda di anche o più di 6 kg per un nodo fatto male! Per il terminale non c’è bisogno di andare tanto sul sottile, si pesca fra le onde quindi si può partire tranquillamente con lo 0,40 per poi arrivare anche allo 0,50. L’amo deve essere di grandi dimensioni e molto robusto, io consiglio o un beck o un O'Shaughnessy, entrambi di misura non inferiore alla 1\0.
Adesso si deve trovare l’esca adatta, e anche qui possiamo sbizzarrirci alla grande. Tanto per iniziare tranci di pesce come sugarelli, sgombri, cefali per poi passare a piccoli calamari da mettere interi oppure sardine o ancora tranci di seppia o calamaro. Insomma il menù di esche morte è molto vario e economico. Anche se la si può tentare con grossi americani interi o tranci di verme di rimini.
Tutto questo quando il mare respira forte, ma se il mare inizia a calmarsi e la scaduta avanza? Non ci demoralizziamo qui entriamo nel campo del vivo!!!!
La pesca con il vivo è molto appassionate e anche più selettiva. L’attrezzatura resta la stessa, tenendo conto che in bobina dobbiamo avere uno 0,40. La tecnica migliore è quella della teleferica o ascensore. In pratica sulla lenza madre si inserisce uno corpo ammortizzante tipo un pezzettino di guaina interna del cavo per antenne tv, poi si lega il moschettone e messa la zavorra si lancia a circa 40 mt da riva. Il terminale deve essere lungo circa 2,5-3 mt e confezionato sempre con monofilo dello 0,40 ( qui l’uso del Fluoro Carbon è utile) con da un lato un moschettone resistente e dall’altra parte due ami in serie, rigorosamente beck de di misura adeguata al pesce esca. Questo lo pescheremo in loco con una cannetta e del coreano o bigattini, comunque si innesca ciò che si prende, cefali, occhiate, boghe, salpe….
I due ami vanno posizionati sulla schiena in modo da non colpire organi vitali e da potere lasciare vivo e nuotante il pesce. Una volta innescato si appoggia in acqua e dopo avare agganciato li moschettone alla lenza madre si lascia andare, ci penserà lui da solo a nuotare verso il largo.
In entrambi i casi il combattimento è emozionate. La spigola quando si rende conto di essere allamata compie una prima fuga da mozzare il fiato. Poi dopo la ferrata inizia a cedere quasi da subito ma sta solo recuperando perché da un momento all’altro partirà di nuovo. Solitamente fa così per due o tre volte e poi si fa recuperare facilmente fino all’ultimo gradino di risacca dove, ci farà scoppiare il cuore con fughe e testate!
Spero che ancora una volta sia riuscito a fare un quadro ottimale della tecnica, e che grazie a ciò possiate aver capito come cercare di insidiare questo bellissimo pesce che sinceramente fa perdere il fiato. Quasi dimenticavo una cosa importantissima, la spigola è un pesce molto strano. La si può incontrare sia di giorno che di notte, quindi per capire qual è il momento migliore si deve cercare di conoscere bene la zona di pesca e tentare in entrambi i casi!!
Adesso vi saluto con un caloroso abbraccio e spero di scrivere presto!
|
|
|
|
|
|
 |
|
 |
|
|
|
|
|