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Novembre 2008
Fonderia Cataudo
Nello Cataudo
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Questo articolo non ha la pretesa di insegnare ad altri il corretto svolgimento di un’attività semplice ed elementare qual è il fondere del piombo e riversarlo dentro una cavità, però, la presenza di dettagliate fotografie, che descrive passo passo l’operazione fatta “a modo mio”, può essere un’occasione in più per confrontarsi, e sopratutto uno sprone per quanti, ancora titubanti, non si sono ancora cimentati in questo passatempo fra le mura domestiche. La realizzazione casalinga dei piombi per la pesca può, secondo me, rientrare a pieno titolo all’interno delle attività comprese nella pratica del nostro caro hobby, al pari della preparazione dei terminali, e della manutenzione dell’attrezzatura.
L’eventuale risparmio economico che se ne può trarre non è certamente di rilievo, ma riuscire a realizzarsi delle cose utili, con le proprie mani, è sempre e in ogni caso motivo di particolare soddisfazione.
I componenti essenziali per questo lavoro sono: lo stampo, la materia prima, un po’ di fil di ferro zincato, un paio di pinze, un braccetto snodabile per circuiti stampati, un pentolino, un cucchiaio a perdere, ed un fornello a completa disposizione. C’è però una cosa molto importante, che deve però mancare: per la piena riuscita dell’operazione, moglie o mamma che siano, devono essere rigorosamente assenti !!
Ricordatevi che le esalazioni del piombo sono nocive! Le operazioni vanno fatte in locali ben areati. Per chi ne abbia la disponibilità è consigliabile indossare la maschera protettiva con filtri in carbone attivo. Qualora non ne avreste la disponibilità, evitate comunque di respirare a pieni polmoni con il naso piazzato sopra il pentolino. Occhiali e guanti di protezione, se ci sono, possono essere utili contro eventuali schizzi di materia fusa.
Qualora si reperisca del piombo “sporco”, ricavandolo ad esempio dalle batterie esauste per autovetture, consiglio vivamente di eseguire una prima fusione preventiva all’aperto, in quanto dal piombo ricavato dalle singole celle si sprigiona un denso fumo, e si producono nel contempo parecchie scorie, da separare dalla massa fusa. Lo scopo sarà quello di ricavare inizialmente dei piccoli lingotti allo stato puro, per eseguire la colata definitiva in un secondo momento, con il piombo già ripulito, e con meno rischi per la nostra salute.
foto 01: Dettaglio delle due sequenze di piegatura del fil di ferro
foto 02: Stampo per coni
foto 03: Lo stampo per le piramidi utilizzato per la colata
foto 04: Lingotti in piombo (preventivamente fusi all’aperto)
foto 05: Braccetto snodabile
foto 06: Inizio liquefazione del piombo
foto 07: Piombo ripulito eventuali altre scorie
foto 08: Colata (da notare l’utilizzo del braccetto snodabile)
foto 09: Dettaglio superficie di colata con lo stampo troppo freddo
foto 10: Dettaglio superficie di colata con lo stampo ben caldo
foto 11: Dettaglio punzonature
Note generali:
L’intero lavoro ha portato via circa 2 ore e mezza, ma adesso siamo a posto per quanto riguarda le piramidi! Il fatto di colare su uno stampo a cavità aperta, se da un lato e meno semplice da gestire per via dell’esatta grammatura da ottenere, dall’altro offre la possibilità di ricavare diverse grammature da un unico stampo.
Consiglio di utilizzare per la prima fusione un pezzo di piombo di grammatura nota, il cui peso corrisponda a quello che vogliamo ottenere, colarlo dentro lo stampo e, quando si solidifica, tracciare con un pennarello indelebile un segno perimetrale dentro la cavità, che indichi fino a dove arrivare con le colate successive.
Se non riuscirete dopo a rispettare sempre alla perfezione il limite segnato, ed avrete delle differenze di peso fra i vari piombi entro il 5-10%, non preoccupatevi!. Ho pesato vari piombi acquistati in negozio, e gli scarti fra il peso inciso sul pezzo e quello reale sono veramente da non trascurare.
Affinché le superfici esterne dei pezzi colati abbiano un buon aspetto estetico è indispensabile riscaldare preventivamente lo stampo a circa 60°-80°, mettendolo a bollire in un pentolino con acqua o riscaldandolo con un getto di aria calda (l’asciugacapelli non basta, serve la pistola per sverniciare!). La successione dei cicli di colata è poi sufficiente a mantenerlo costantemente a questa temperatura.
Un aspetto da notare di questi piombi, è che vi verranno tutti con gli spigoli della faccia superiore leggermente arrotondata. Questo e tipico delle colate effettuate in cavità aperte. Però, a mio avviso, questa caratteristica non influenza in maniera rilevante le doti di tenuta.
Procuratevi infine una base in legno su cui battere leggermente lo stampo a fine colata (con la cavità rivolta verso il basso) per facilitare il distacco del piombo dalle pareti.
Note sugli stampi:
Vi sono dei siti internet dove reperire con estrema facilità degli stampi per piombi da pesca, nelle varie fogge e grammature. Questi, si possono anche trovare in negozi di articoli da pesca particolarmente forniti. La mia estremizzazione del concetto del “fai da te”, unita al fatto di avere anche a disposizione un’officina con delle macchine per lavorare l’acciaio, mi ha portato a costruire da me anche gli stampi. Per chi si volesse cimentare anche in questo, ci sarà a breve un apposito articolo che parla dei dettagli costruttivi degli stampi del cono e della piramide, del tipo a cavità aperta, nelle versioni realizzabili con attrezzi semplici, che molti abbiamo già nel garage di casa.
Intanto, buona fusione a tutti !!.....
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