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Novembre 2006
Galleggianti da Bolognese
Marco Abate da Messina
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I termini relativi alla struttura dei galleggianti da bolognese sono il corpo (o corpo centrale), l’anello scorrifilo, la deriva e l’astina.
Il corpo centrale, comunemente chiamato anche balsa (nome derivante dal materiale di costruzione), fornisce la “spinta di galleggiamento” e quindi anche la grammatura supportata. Può essere costruito con vari tipi di materiale fra i quali carbonio, legno di balsa, resine, materiali compositi e l’amato sughero,ma sicuramente quelli di più facile reperibilità sono in balsa, carbonio e sughero. Per prima cosa bisogna evidenziare che la scelta dei materiali di costruzione è direttamente proporzionale alla galleggiabilità, all’aerodinamica e ovviamente al peso specifico; la struttura della balsa è la parte che in aria crea più attrito e che spesso costituisce circa il 73% del pesco specifico di un galleggiante, maggiore attenzione la dobbiamo invece dedicare alla galleggiabilità che con il variare della forma è più o meno accentuata e quindi se abbiamo un corpo sferico si avrà un migliore stazionamento in situazioni di mare forte, mentre un corpo molto affusolato si otterrà l’inverso e si userà con mare calmo, cioè massima sensibilità alle abboccate e minore attrito nell’acqua. Proprio per questi motivi possiamo dire che vi sono diverse forme che si possono semplificare in 4 principali, cioè a sfera (o palla), goccia rovesciata, goccia, e penna. Con il precedente ragionamento abbiamo capito che lo sferico lo adotteremo con mare mosso, la goccia rovesciata con mare in scaduta o poco mosso, la goccia meno o più affusolata insieme alla “penna” per acque ferme, lo stesso ragionamento va fatto nelle situazioni di corrente.
L’anello scorrifilo è appunto un microscopico anello posto in alto sul corpo centrale ed ha la sola funzione di passare il filo all’interno e quindi tenere bloccato il galleggiante alla lenza madre. Una parentesi va obbligatoriamente aperta per i galleggianti “sostituibili”, che non sono altro che galleggianti costruiti con una micro astina che sostituisce il classico occhiello e che permette così lo sgancio rapido, vanno logicamente abbinati alle torpille con lo sgancio rapido (che si usano sia per questo sia per la pesca al tocco). L’utilità è quella di consentire in pochi minuti la diversificazione della pescata o la possibilità di affrontare un possibile cambiamento climatico o marino.
La deriva non è altro che “l’astina” che permette il fissaggio della lenza e che fornisce la stabilità del galleggiate in acqua “equilibrio idrostatico” (l’esempio palese è la barca a vela), la lunghezza della stessa quindi è proporzionale alla stabilità dello stesso. Inoltre non bisogna trascurare l’utilità che fornisce nella visione delle abboccate e nell’entrata in pesca, infatti per mezzo del materiale di costruzione che in massima è il carbonio o metallo si ha la possibilità di agire, con il peso maggiore o minore, sulla rapidità “nell’entrata in pesca”. Quindi dobbiamo solo tenere presente che se peschiamo o ricerchiamo pesci che possono mangiare in caduta o con poca corrente o con mare piatto, adotteremo un’astina in carbonio, stabiliremo la lunghezza in base alla velocità della caduta, al pesce da insidiare e dalle condizioni marine; se invece peschiamo con mare mosso o con presenza di corrente o abbiamo l’esigenza di “entrare in pesca” rapidi useremo l’astina in metallo, la lunghezza anche in questo caso sarà stabilita dalle condizioni marine.
L’astina serve al solo fine visivo e allocazione starlight. Però è bene evidenziare che è possibile variarne la lunghezza, infatti vengono commercializzate dalla Stonfo e da altre case produttrici delle “prolunghe” di svariate misure. L’utilità di un’astina più lunga è sicuramente di fattore visivo ma anche per una maggiore taratura e quindi sensibilità in pesca. Vi sono però due precisazioni da fare, la prima è che la lunghezza va rapportata alla grammatura del galleggiante in quanto un galleggiante di grammatura bassa con un’astina troppo lunga risulterebbe sbilanciato; la seconda è che, in presenza di vento è consigliabile l’utilizzo di un’astina corta o comunque che il galleggiante in pesca venga tarato al limite, in modo da ridurre l’attrito del vento al minimo.
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