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Novembre 2017
Il vento nello stretto nasce cresce e muore
Marco Abate da Messina
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Lo Stretto di Messina è da sempre un "binomio" di venti di Nord e di Sud, anzi a dirla tutta non vi è vento che non la prende, è definito insieme a Trapani e provincia la città dei venti. Ogni qualvolta che entra lo scirocco con prepotenza, mi vien sempre in mente Don Pippo gran Pescatore e uomo (già all'epoca ottantenne) che quand'ero un ragazzo mi disse: "lo scirocco a Messina nasce, cresce e muore", devo a lui anche i primi racconti di pesca di quelli che ti lasciano a bocca aperta, di quelli che ti porti a vita, devo a lui anche le prime indottrinate sul mio Stretto, un mare a se.
Il vento in queste settimane sta perseverando, girando da venti da Nord a Sud passando per le ponentate, il rigiro dà pochissimo spazio per la pesca, poche ore nel caso in cui avvenga in diurna e una nottata quando cambia all'alba o poco dopo.
La fortuna di chi vive in luoghi bagnati da 2 mari, come nel nostro caso il mar Tirreno e Ionio, oppure anche solo spot/zone esposti in maniera opposta, offre la possibilità di pescare anche in condizioni inimmaginabili.
Quando vi sono queste situazioni, nel mio cervello avviene un'associazione di posti d'infanzia e barche a vela e catamarani (passione di sempre), che mi hanno cullato negli anni in tantissimi spot, cioè se sentivi il fischio delle sartie era pescabile, quando arrivava l'ululato dell'albero era da fuggire!!!
Per una pescata quasi al limite dell'umano resta SEMPRE fondamentale sapere cosa ci aspetta in termini di difficoltà nella battuta di pesca sia per propria incolumità che per un approccio corretto. In questo caso con presenza di vento è importantissimo aver ben chiaro in mente che, per pescare bene, occorre lo spot giusto e perché no una banchina portuale se si ha vento alle spalle per poter pescare in murata senza disturbo; una canna calciata sottile; sempre un centesimo in meno nella lenza del mulinello (nel limite del possibile rapportando con i terminali usati); molto più piombo di quanto ne andremmo ad usare in pescate standard (quindi galleggianti di grammatura maggiore); una scalatura con un bulk importante o doppio/triplo bulk in modo da far lavorare il basso della lenza o lenza attiva correttamente; se il mare lo permette una taratura a bolla.
Conoscere gli spot, avere un'esperienza non di singole situazioni o singole zone di pesca (cioè porto, scogliere, foci ecc ecc) e avere sempre a disposizione più di un luogo dove riuscire a pescare in qualsiasi condizione, sono aspetti basilari della pesca a bolognese o inglese che sia e da tenere sempre in considerazione.
Spesso vedo foto di pescate e pesci pescati alla stessa maniera e/o condizione, non li biasimo, anzi sostengo che è giusto che sia così, ma dall'altro lato essere uno zingaro ed aver avuto anni e anni di esperienze in qualsiasi condizione e aver battuto luoghi su luoghi con costanza (anche in AI, seppur diversa dà una migliore lettura ed il perché di determinate cose), danno quel qualcosa in più per approcciare in nuovi spot o in spot conosciuti ma con diversa "atmosfera".
A mio avviso non basta il saper pasturare ed avere "la scalatura magica" (seppur rientrando nei fondamenti della pesca a galleggiante, do per scontato che a monte ci sia il sapere cosa deve fare questa scalatura piuttosto che un'altra), ci vuole un'ottima lettura dell'acqua o meglio del mare, conoscenza dello spot, delle abitudini dei pinnitu e di come approcciare se si ricerca una singola preda (quindi conoscenza del pesce e del comportamento in quel dato ambiente).
Questo è il riepilogo di 3 giorni di mare, le cui condizioni meteo erano da forsennati, con le coste sovrastate da vento di scirocco, personalmente quando mi viene la scimmia non riesco a stare a casa, soprattutto perché raramente pesco in diurna senza trattenermi a mare fino ad oltranza. Detto ciò, per evitare il rigirarmi a letto e a far spalla al desiderio, vi è il sempre presente il kg di bigattino "fresco" ed il kg/kg e mezzo "vecchio".
Giorno 07:
Dire di aver letteralmente sbagliato lo spot è dire poco, però a dare valore aggiunto alla mini (classica e storica) trasferta è stato il ballare per andare e tornare, dato che ancora nel 2018 non avevo avuto l'occasione di prendere "colpi di mare" la cosa ha deliziato l'A/R.
Volevo fregare la bufera di scirocco mettendolo dietro le spalle, in un posticino dove le montagne in parte proteggono e lo fanno incanalare solo ed esclusivamente da un punto che nel suo percorso è placato da ostacoli di semi costruzioni, il tutto in teoria a vantaggio del poter riuscire a pescare e placare il maremoto di astinenza da un giorno di reclusione. Per forza di cosa, come sempre accade quando si programmano determinate cose senza riflettere più del dovuto ma dando sfogo al fabbisogno, ho dimenticato che essendo da bufera, seppur minimamente pescabile (con le dovute precauzioni del caso.. Ovvero 20 kg di pietre in tasca), il vento rigirava spesso.
Il risultato?!?!? tante ore di vento, una testa quanto una mongolfiera ed un paio di affondate con relativi rilasci di saraghi e occhiate da neanche 3 etti, il tutto, neanche a dirlo, quando le folate di picco massimo non persistevano a prendermi a schiaffi.
Giorno 08:
Come spesso accade quando mi trovo in mezzo ad uragani o in pescate che vanno oltre le 10 12 ore, il risveglio è stato lento, di quelli da bradipo con le giunture ossidate, di conseguenza neanche mi è sfiorato il pensiero di fare sforzi come il caricare la macchina ed il cambiare le canne ed i muli, a sostentamento della poltroneria ci stava il meteo che dava una piccolissima miglioria a livello di miglia, ma pur sempre quasi impescabile.
L'inizio del "perché non andare anche oggi", o meglio lo scatto della molla è avvenuto quand'ero intento al rito della pulizia degli attrezzi. Il tocca sana è arrivato all'uscita della doccia, con il suono della sirena del cessa lavori. Adoro lo scirocco per tanti aspetti, tra i quali oltre a far montare lo Ionio, mi "porta" suoni all'orecchio fin troppo familiari delle zone portuali.
Lo sprint finale dell'andare è stato anche il fatto che è quasi sotto casa (a vista panoramica da casa), un posticino dove per entrare bisogna da sempre avere angeli custodi, ma che ti permette di pescare con tutti i venti tranne l'Ovest.
La borsa porta canne per la prima volta dopo 5 anni non proteggeva canne da 7 mt in su, perché per le condimeteo sarebbero state inutili. All'interno ci stavano 3 6 mt (light un si sa mai e poi la voglia di provare lo stuzzicadenti era tanta, media e strong) ed una 5 mt media salva pescata. Purtroppo sarebbero state più congeniali le canne all'inglese, ma nello Stretto pescare così è quasi impossibile pur avendo la possibilità di andare in un bacino riparato dalle correnti, rimangono sempre di poco forti nei picchi di massima.
Questo giro lo spot è di quelli conosciuti, di quelli dove si può osare di montare 2 canne. Cosa che non accadeva più dai tempi in cui pescavamo con un paio di Amici le occhiate ed i saraghi con la 5 e la 6 mt sempre montata prima, tanto la pescata era prettamente in murata o poco fuori e soprattutto sempre la stessa.
La pescata la conosco a menadito, non è quella che faccio solitamente perché li uso sempre e solo canne dalla 7 in su o meglio da 8 come lo stretto impone nel 90% dei suoi spot, ma in murata o meglio poco fuori, nel chiaro e scuro dell'ombra della banchina con galleggianti da 1 a 3 g, scalature da 50 a 120 cm e terminali dallo 011 allo 0135, dipende dal che cosa si vuole prendere.
Anche oggi ci son stati parecchi rilasci di pesci dai 50 ai 250 gr, ma 2 scorfani sopra i 3 e 4 etti hanno allietato il pranzo del giorno dopo con 2 fili di spaghetti!
Giorno 09:
Ieri la programmazione alieutica è stata totalmente diversa, mi son svegliato che già prima di chiudere occhio mi ritrovavo a scegliere/cercare/controllare tra i miei spot un luogo dove poter bagnare il filo in serenità, per una pescata dal tramonto ad oltranza, o meglio dato il cambiamento di tempo previsto in nottata ed in alcune zone dopo l'alba, e quindi fin quando il bel venticello da Nord Ovest trasformava i 16 19 gradi notturni e diurni dei giorni precedenti in 8 14.
Visto che sembrava brutto approfittare del sotto casa per cavare Pesci, ed essendo un amatore della guida e dell'esser nomade (o almeno lo ero prima di fare 70 90.000 km anno per lavoro per 12 anni circa), il posto manzo stava a 120+120 km.
Dire che sono state ore da metà novembre, quando la "cammaria" la fa da padrone ed il pozzetto ha un perenne velo di umido, è dire poco. Finalmente la salopette è rimasta nello zaino fino alle 3 di mattina, orario in cui ha fatto capolino il vento freddo e una difficoltà oggettiva nello stare in pesca.
Le catture non son mancate, niente di eclatante, ero "a caccia grossa" ed avere pesci da 3 4 etti in canna fanno gioire, risvegliare, ma ritornare a casa con dubbi che si chiariranno nella successiva pescata, per rientrare con altri arcani misteri.
Per concludere in bellezza, oggi mi ritrovo a casa, a scrivere di pesca e fra un poco a parlare di pesca visto che scendo a trovare uno degli amici di una vita Maurizio.
Le foto come sempre sono un semplice riassunto di momenti, per fortuna mia e per scelta non ho nessun tipo di legame o altro aspetto per non mettere in chiaro solo ciò che più mi allieta (però ad esser onesto sono un piccolo collezionista di ricordi e quindi le foto rientrano eccome se rientrano ma son barricate nelle cartelle perché il web per me è altro aspetto).
saluti da Marco Abate
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