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Dicembre 2009
I magnifici 5
Tino Parisi
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Questa volta,farò una carrellata dei pesci che più di frequente incontriamo o che vorremmo incontrare,attaccati ai nostri uncini.Eviterò comunque di trattare le caratteristiche morfologiche,in quanto penso che basti guardare una foto per conoscere un pesce oltre a tralasciare i nomi in latino che,se non per interesse culturale ,a poco ci servono.Fermo restando che ognuno ha la propria esperienza,ci sono delle cose che,magari,qualcuno non sa,che magari trascura durante una battuta,cercherò di darvi un articolo che sìa comunque un valido vademecum e che potrebbe dare importanti spunti di discussione sul nostro forum.
Il Sarago
Ecco uno dei pesci più famosi delle nostre coste,il pesce che tutti conoscono,quello che tutti hanno almeno una volta catturato,anche solo in formato “medaglia”.Dalle coste italiane,possiamo catturare ben 5 specie di sarago,comunque appartenenti alla stessa famiglia,ovvero il sarago maggiore,il sarago sparaglione,il sarago fasciato,il sarago pizzuto ed il sarago faraone.Il maggiore,o reale,è il sarago per eccellenza,quello che viene subito in mente quando si sente parlare di saraghi.Popola i fondali misti sìa a poca distanza da riva come a profondità elevate(ma non troppo),specialmente sulle secche.Pascola sulle praterìe di poseidonia e dentro le spaccature della roccia,dove trova facile rifugio.In certe situazioni lo si può trovare anche sulla sabbia.E’ a suo agio nelle correnti di una mareggiata come lungo le murate dei porti.Generalmente gli esemplari più grossi,quelli con i denti gialli si catturano di notte,i giovani da pochi etti anche di giorno e sono relativamente facili da fare abboccare.Generalmente il peso non supera il kilo (ed è già un ottimo peso),ma sono stati catturati esemplari prossimi al kilo e mezzo.La taglia media si aggira sui 500-600 gr.Si muove in branco e mangia qualunque cosa gli possa entrare in bocca o comunque possa frantumare con i denti.Buone esche sono tutti i bivalvi,il bibi,tutti i vermi,rimini compreso,non disdegna la sarda e i piccoli tranci in genere,ghiotto anche di bigattino.Possiede degli incisivi del tutto simili a quelli umani.Lo si può catturare con la quasi totalità delle techniche,si è persino catturato a spinning,anche se raramente.Entra in pastura abbastanza facilmente.Non esita a seguire la scia di pastura fino in superficie.Si riconosce dalle strisce verticali sul corpo argenteo e dalla macchia nera sul peduncolo caudale.Il sarago sparaglione è il fratello povero della famiglia.Frequenta gli stessi habitat del maggiore,ma raggiunge dimensioni ben più piccole,generalmente non supera i 400-500 gr.La taglia media si attesta sui 200-300 gr.Onnivoro anche lui,lo si riconosce per una colorazione leggermente giallastra e per le strisce poco pronunciate.Il fasciato,o testa nera,o monaco,frequenta gli stessi spot e segue la stessa dieta degli altri saraghi.Lo si riconosce per la caratteristica di avere 2 grosse fascie nere sui fianchi,una presso la testa,una verso la parte finale del corpo.Sembra sìa sempre a dieta,infatti paragonato ad un maggiore di pari lunghezza,pesa quasi la metà,è sempre piuttosto sottile.Il sarago pizzuto,frequenta generalmente i porti,luoghi in cui trova il suo cibo preferito:l’alga che cresce attaccata alle pareti sommerse.E’ abbastanza raro e possiede come segno distintivo un muso piuttosto appuntito e sporgente.Il peso si aggira solitamente sui 500 gr,ma ne vidi uno di circa 1.300 gr sul banco di un pescivendolo ganzirroto.Il faraone è il gigante della famiglia,onnivoro,lo si trova generalmente intorno alle secche al largo,abbastanza raro anche lui,raggiunge i 3 kg e presenta delle fascie verticali abbastanza spesse oltre ad una bocca munita di labbra carnose.
A fattore comune,l’abboccata viene segnalata da ripetuti colpi alla cima ed il combattimento,effettuato sul fondo,prevede delle trazioni e potenti testate,in relazione alla taglia.
L’Orata
Da tanti definita la regina del mare,l’orata è il pesce che più di tutti rappresenta la pesca a fondo medio-pesante.Corpo e testa massicci,mascelle in grado di spappolare qualunque tipo di valve o conchiglia(murice compreso),l’orata ama pascolare su ogni tipo di fondale,sabbioso,misto,roccioso,poco le importa,basta che trovi qualche bivalve,granchio o altro organismo marino da mettere sotto i denti.La si può anche trovare nei grandi porti.Solo i fondali pietrosi la vedono raramente passare.Le orate di piccola taglia,sono abbastanza facili da catturare,abboccano a qualunque cosa,un po’ meno quelle dal kilo in su.Fino alla taglia di circa 1 kilo-1 kilo e mezzo,vive imbrancata,superate queste pezzature diventa solitaria o,tutt’al più gira in coppia o in trio.Raggiunge la taglia di circa 10 kg,anche se esemplari di tale mole sono rarissimi.Nel lago di Ganzirri(Me),ne fù trovata una morta che raggiungeva quasi gli 11 kg di peso.Una volta catturata oppone una ferrea resistenza,avendo anche una certa fantasìa nel combattimento,che comunque viene effettuato a stretto contatto con il fondo.Genralmente si difende con potenti testate e fughe di breve durata ma di una certa potenza,cerca gli appigli su cui magari incidere e spezzare il terminale.Capita anche che si fermi,offrendo un fianco alla trazione,impuntandosi sul fondo.L’abboccata,sulla canna può venire segnalata in più di un modo,con una forte trazione,con la lenza in bando,con dei leggeri colpetti o trazioni che ne possono tradire la stazza Questo se parliamo di esche morbide,che l’orata mangia come qualunque altro pesce,Il discorso cambia innescando bivalvi chiusi o granchi di sabbia.in questo caso l’orata,prende il boccone in bocca lo schiaccia e lo sputa,lo riprende in bocca e,masticando si inizia a muovere,se sente la minima trazione sputa tutto e arrivederci.L’orata si avvicina a terra dalla primavera in poi,la si cattura durante le calde giornate primaverili ed estive e fino a quando la temperatura resta mite,in aprile-maggio e settembre ho catturato gli esemplari più grossi,ma non è una regola.Solitamente gli esemplari più grandi si catturano dalle lunghe e solitarie spiaggie sabbiose.Ottimi orari sono l’alba,il tramonto e le ore centrali della giornata.Ama l‘acqua calma e il sole in cielo.E’ un pesce abitudinario e metodico,frequenta sempre le stesse spiaggie,spesso mangia agli stessi orari ed è importante trovare l’esca che funziona meglio in una determinata spiaggia,che solitamente ne riflette la presenza in natura.E’ un pesce sospettoso,se l’innesco non la convince,dopo una rapida occhiata si allontana inesorabilmente.E’ consigliabile combatterla fuori e portarla a terra quando è stanca,altrimenti risulta abbastanza difficile farla venire fuori,perché una volta arrivata in acqua bassa,combina il finimondo e,spesso,riesce a riguadagnare la libertà.Attenzione a non avere fretta,una volta vista la corona d’oro che le cinge la fronte e le macchie rosse e/o nere sugli opercoli,l’emozione gioca brutti scherzi.consiglio caldamente di usare ami beack di provata robustezza,spesso riesce a spezzare anche ami in acciaio.Cambiamolo dopo ogni cattura.Non scendiamo sotto lo 0.30 come finale,un orata da 1.500 gr sul misto con uno 0.22 ci si pulisce solamente i denti.Le esche da dedicarle sono le stesse gradite dai saraghi,con l’aggiunta del formaggio.
La Spigola
Ecco il pesce che più spesso popola i sogni dei pescatori di qualunque età.Pesce molto vorace ma assolutamente non stupido,frequenta tutti,ma proprio tutti gli ambienti marini,con una certa predilezione per quegli spot frequentati da cefaletti e minutaglia in genere,di cui è ghiotta.Da giovane vive in piccoli branchi e s’imbranca anche ad altri pesci,anche i cefaletti che,da grande,diventeranno il suo pasto,come un lupacchiotto in un gregge di agnellini.La si può catturare con qualunque tecnica a seconda del periodo e delle condizioni meteo marine.Ama tendere agguati nascosta dentro la schiuma,dietro una roccia o un avvallamento del fondale,il suo periodo è prevalentemente l’inverno,anche se si inizia a vedere già dall’autunno,quando si avverte il primo freddo.Si nutre di tutto,ma proprio di tutto,topi e lucertole compresi,che trova negli stagni salmastri e nei pressi delle scogliere artificiali.La si trova,come gia detto,dappertutto e quando meno te lo aspetti può abboccare anche ad un arenicola innescata su un amo del 9 e non è detto che sìa un piccolo esemplare.Quando arriva,i cefaletti terrorizzati schizzano fuori dall’acqua terrorizzati,nella speranza di sfuggire alla sua enorme bocca.Ama le perturbazioni ed il tempo instabile,i crolli barici sono per lei la campanella per il pranzo.Sopporta variazioni di salinità anche importanti,infatti la possiamo ritrovare all’interno delle foci dei grandi fiumi che risale senza problemi anche fino ad essere distante chilometri dal mare.Non ama particolarmente le notti con luna piena e preferisce cacciare negli orari prossimi all’acme di alta marea.E’ comunque un pesce molto furbo,il difficile è farla abboccare,se qualcosa non la convince,difficilmente mangerà la nostra esca,qualunque essa sia,il combattimento non presenta grosse difficoltà.Raggiunge e supera i 10 kg,ma già esemplari superiori ai 5-6 kg sono abbastanza rari.Gli esemplari giovani non hanno problemi ad aggirarsi nell’impianto da surf,i pezzi grossi non amano molto la turbolenza e cadono spesso su esche poggiate staticamente sul fondo.E’ da sondare,durante la ricerca della spigola,qualunque spot in cui si abbia la presenza di minutaglia,o dove ci sia uno sbocco di acqua dolce anche se piccolo,come anche le imboccature dei porti e le invasature,come anche le scogliere naturali e/o artificiali.E’ un pesce territoriale,occupa e difende una porzione di spiaggia o uno scoglio,lo si nota particolarmente pescando a spinning,quando minnow da 13 cm,vengono attaccati da spigole da 15 cm.Parliamo di esche.Qui il discorso potrebbe essere infinito,ma partiamo dalla pesca con il vivo,in cui innescare un cefaletto,un anguilla(a trovarla),un occhiata,una salpa,può essere la scelta vincente,ma in mancanza di ciò,qualunque pesce foraggio può andare bene.Inoltre,una vera leccornìa è la seppia viva,difficile da trattare ma spettacolare nella resa.Tra le esche morte,annoveriamo i tranci di pesce e di cefalopodi,ma anche con i vermi e con il bibi si possono ottenere buoni risultati,come anche con il bigattino ed in determinati spot anche con il saltarello coreano innescato intero,appuntato per la testa e lasciato in corrente.Da non trascurare anche il gamberetto vivo,per me l’esca regina nella pesca a spigole con la bolognese.In ultimo,ma non per importanza,la sua cattura si può tentare a spinning,con minnow e specialmente silicici,se lo spot e le condimeteo lo consentono.Vi consiglio di evitare di fare gli splendidi mettendo le mani dietro le branchie e sollevando il pesce,ne ricavereste solo qualche bella ferita.
La Mormora
Questo è invece il pesce che più di tutti viene in mente quando si pensa ai fondali sabbiosi,il grufolatore per eccellenza,si nutre di tutti i piccoli invertebrati che riesce a trovare scavando con il suo appuntito muso nella coltre sabbiosa.La si può comunque trovare anche su fondali a grana grossa e raramente su fondali misti.Vive in branchi composti da esemplari della stessa taglia,ma capita spesso di trovare in testa al branco un esemplare di taglia maggiore.Il branco si muove avanti indietro,sia verso riva e largo che a destra e a sinistra.Alla fine dell’estate si possono notare enormi branchi di mormore in atteggiamento insofferente popolare anche gli strati d’acqua distanti dal fondo.Solitamente la si pesca a fondo con travi scorrevoli o fissi,ma sempre muniti di terminali lunghi e sottili,recanti piccoli ami leggeri guarniti con arenicola,l’esca regina per la cattura di questo sparide.Predilige la bella stagione,ma buone catture si hanno anche con il freddo,minore quantità ma pezzature più elevate.La si può prendere anche in condisurf,a patto di pescare fuori la turbolenza,che non ama particolarmente,la scaduta è il momento migliore,la catturiamo anche sotto i piedi.I momenti caldi sono l’alba e il tramonto in condizioni di calma.Non c’è una distanza di pesca,dipende dal posto,dal momento,dalla condizione,dall’andamento stagionale ecc,mai come in questo caso,per realizzare catture multiple è necessario intercettare la rotta di pascolo,che può essere a 10 metri da terra come ad oltre 100 metri.E’ un pesce abbastanza furbo,difficilmente abbocca ad esche innescate in malo modo e/o presentate in modo ancora peggiore,è capace di sputare l’esca anche quando l’ha già presa in bocca,se solo sente che il verme,magari a causa dell’amo,ha un peso diverso dal quale lei è abituata.L’abboccata viene evidenziata con leggere flesssioni della cima della canna o dalla messa in bando della lenza,in rari casi anche con colpetti.Le esche migliori,sono in linea di massima i vermi,tra cui primeggiano le varie arenicole,sia quelle vendute nei negozi che quelle reperite sui luoghi di pesca che, seconda della zona,assumono nomi particolari,seguite dalle varie tremoline e da tutti gli altri vermi,che comunque rendono meno.Un posto particolare lo meritano il bibi e l’americano che,spesso e volentieri,regalano gli esemplari più grossi.Il combattimento non presenta grosse difficoltà.
L’Ombrina
Ecco un altro bellissimo abitante del nostro mediterraneo,l’ombrina in certe regioni è poco o addirittura per niente diffusa,quella di grossa taglia rappresenta il sogno nel cassetto di molti surfcastmen e paffaroli.E’ il più grosso grufolatore del nostro mare,arrivando a superare i 10 kg,ma un pesce che superi i 5 kg è già fuori norma ed una cattura di 3kg è già una bellissima soddisfazione anche per la potenza che sprigiona una volta allamata.Contende all’orata il titolo di miglior combattente.Il suo habitat è costituito dai fondali sabbiosi e fangosi,in cui con il suo muso protrattile cerca gli organismi che compongono la sua dieta,ama l‘acqua salmastra e la possiamo trovare a pascolare dentro le foci dei grandi fiumi.Si nutre di vermi,bibi,cannolicchi e non disdegna granchi e bivalvi.Fisicamente si presenta come una sorta di grossa triglia,dal colore argenteo e dai fianchi percorsi da venature giallastre.Gli esemplari giovani,vivono in branco,in certe regioni sono addirittura più presenti delle mormore,gli esemplari dal kilo in su diventano solitari e si catturano prevalentemente da settembre in poi,solitamente a notte fonda e alle prime luci dell’alba.Ama le onde,ma contrariamente agli altri grufolatori non teme la turbolenza,sempre con i dovuti limiti imposti dall’apparato boccale,che comunque non gli permette di afferrare organismi in “volo”,ma di raccoglierli dal fondo aspirandoli,quindi o la cerchiamo nelle aree meno turbolente o aspettiamo la scaduta.E’ un pesce mediamente furbo,il comportamento è assimilabile a quello della mormora.Mentre attendiamo l’abboccata dell’ombrina,non perdiamo d’occhio le canne,l’abboccata viene segnalata da una trazione della cima,che se l’ombrina è di una certa mole,non ci mette tanto a far ribaltare il nostro caro tripode o piegare il nostro picchetto,se non robustissimo.Il combattimento è una serie di fughe potenti e continue trazioni,oltre che a frequenti puntate verso il fondo,non è facile tenerle testa se di grossa mole.Purtroppo è un pesce sui cui si sa poco,non si prestabilire una metodica stagionale(tipo orata),è capitato di prenderle di giorno ad agosto e di non prenderne nel suo periodo clou,l’autunno.L’ombrina di taglia è comunque una preda abbastanza rara,se non siamo in Corsica.
Spero che queste quattro righe sìano state di vostro gusto,certo non ho detto tutto quello che c’è da dire,d’altronde non so ne tantomeno posso sapere tutto,ma siccome non si finisce mai di imparare e confrontando le esperienze si può imparare molto di più,spero che la trattazione di questi 5 pesci non finisca qui.
Tino Parisi-fumo78
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