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Febbraio 2018
Spigole e Bigattino
Marco Abate da Messina
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La spigola e il bigattino
Ormai è da tempo che leggo ovunque un'unica impronta/idea sulla pesca alla spigola con il bigattino, che è una versione estremizzata della ricerca della naturalezza e quindi presentazione dell'innesco.
Se da un lato può portare risultati, dall'altro dobbiamo sempre tenere in considerazione che, allungando scalature e braccioli uniti a galleggianti dai pesi irrisori ed un obbligo di un filo sottile in bobina, in determinati contesti e/o situazioni potremmo non stare i pesca per molteplici fattori, ad esempio corrente superficiale e non, vento, moto ondoso ecc, e se non si ha un occhio allenato potremmo stare delle ore a fissare un'astina imbalsamata.
Senza nulla togliere a questa linea di pensiero che fa parte di un insieme di approcci, voglio condividere la mia impostazione in tutte le battute di pesca a bolognese, che si basa fondamentalmente sulla conoscenza delle abitudini del pesce che sto insidiando nei diversi habitat, che per me è il punto di partenza per garantire una ricerca mirata.
La spigola, com'è noto mangia di tutto, passa dal predatore al "grufolatore", è un pesce eclettico, lunatico, ed è proprio per queste caratteristiche che riesce ad ambientarsi ovunque (in questo la definirei un camaleonte), ragion per cui bisogna ragionare in funzione dello spot, tenendo sempre in considerazione che la possiamo trovare in 50 cm di acqua, in un angolino buio con pancia appoggiata sul fondo che pelucca i bigattini portati dalla corrente (da tenere sempre in considerazione è il fatto che per lo più si ciba muovendosi nell'ombra) oppure che razzola i biga che si fermano su un dislivello oppure che ruba bigattini appena lanciati con la fionda.
SPOT:
- banchine portuali:
Qua fa da padrone la stagione, cioè nei periodi in cui è "in amore" preferisce trovare alimenti comodi e di facile reperibilità ed entra in pastura spesso con la testa bassa mangiando i bigattini sul fondo, quindi soprattutto in notturna una presentazione appoggiati potrebbe dare i suoi frutti. Finito del tutto l'accoppiamento fa nuovamente carico, e ci troveremo nei mesi da febbraio ad aprile (dipende quando finiscono di deporre) a pescarle in diurna con scalature morbide e ami piccoli sulla nuvola dei bigattini. In primavera ed estate bisogna scovarla.
- moli con pescherecci:
Questa è la pescata più facile, perché è abituata a mangiare gli scarti dei pescherecci e va insidiata in mezzo alle barche, nei punti con ombra rammentando che per lo più avrà alimenti statici.
- scolgiere:
È lo spot per me piu bello, dove non esistono regole ma fatto di prove, che sicuramente da i maggiori frutti con mareggiate o scadute.
- foci:
Foce è sintomo di trattenuta e di pescata statica, dove il risultato lo da il saper pasturare ed il tenere in maniera corretta il bracciolo sul fondo.
Dopo questa piccola disamina (per la quale si potrebbe scrivere un libro), faccio un appunto sull'utilizzo dei terminali, cioè la naturalezza della presentazione non è data solo dalla scalatura, ma anche dal filo dov'è legato l'amo, per questo in linea di massima preferisco utilizzare fili molto morbidi e con un peso specifico basso che vedono il nylon come primo classificato ed a seguire fluorine e poi in ultimo il FC.
Utilizzare un bracciolo (ove possibile) morbido e leggero, accompagnato da una scalatura "umana", permette di non dover esasperare la scalatura stessa e di non dover scendere nei diametri del terminale da subito.
Da pescatore dico che, agganciare un pesce di svariati kg con uno 0.09/0.10 e portarlo a guadino, non è solo questione di manico/attrezzatura, ma è anche fortuna in quanto basta una qualsiasi sciocchezza per stuccare il filo di capello, per noi pescatori di spigole poter utilizzare già uno 0.12 è tutta un'altra storia.
Da da tenere sempre a mente è che la spigola di suo vuole naturalezza e la ricerca anche quando si pesca con importanti appoggi, ma con il giusto compromesso e se il tutto viene rapportato (grammatura, scalatura, terminale e amo) nella giusta maniera, rivedremo tanti aspetti della sua ricerca.
Buon divertimento da Marco Abate
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