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Giugno 2008
I travi da pesca
Emanuele Velardita
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In pesca, per far andare tutto al meglio, la regola è ESSENZIALITA’.
Essenziale è sinonimo di minimale e, in questa chiave, il trave tipo lascia ben poco spazio alla fantasia, all’estro e alla progettazione.
Un paio di snodi riposizionabili e una girella con moschettone sullo shock leader (che in questo caso sarà una bracciata più lungo del normale), rappresenta tutto ciò che necessita per affrontare qualsiasi situazione.
Questo sistema base potrà esser direttamente approntato in spiaggia usando fermi veloci come le “coil crimp”, ovvero spiraline in acciaio molto sottili che, appena attorcigliate al trave, vi aderiscono mantenendo lo snodo in posizione.
L’alternativa, indiscutibilmente valida e mai obsoleta, sarà invece lo shock leader pronto, ovvero già configurato con due snodi riposizionabili e l’attacco per il piombo.
In questo caso, certamente rinunciamo alla velocità d’azione ma guadagneremo parecchio in sicurezza, praticità e leggerezza.
Sicurezza perché, mancando qualsiasi nodo di giunzione con lo shock leader, ci preserva al massimo dalle rotture del trave.
Infatti, a ben considerare, Il trave si perde perché il nodo di giunzione o lo sgancio rapido cedono; nel nostro caso, mancando entrambi, l’unica rottura possibile potrà essere quella del nodo dello shock leader.
Praticità sia perché, grazie alla riposizionabilità, potremo configurare, da quella base, qualsiasi disegno possibile, sia a uno che a due ami, in un batter di ciglia; sia perché partire già con una manciata di shock leader pronti ci preserva da ogni problema con un ingombro minimo.
Leggerezza, infine, perché un trave così composto, scevro da qualsiasi elemento in più rispetto alla base, si presta meglio di qualsiasi altro alla distanza, soprattutto nei disegni mono amo come lo short rovesciato e completi di bait-clip.
Affinché tutto funzioni al massimo, comunque, si dovrà prestare molta attenzione nel confezionamento.
Gli snodi dovranno girare velocemente e perfettamente; le perline devono fare realmente da perno alla girella, gli stopper devono sì esser riposizionabili ma soltanto in seguito ad una forte trazione.
Riguardo a quest’ultimo punto, tralasciando i classici nodini, dovremmo affidarci a stopper in caucciù di alta qualità, da scegliere seguendo alcune regole ben precise.
- Una superficie minima di attrito, riduce l’effetto frenante; se il classico chicco di riso tende a scendere al minimo sollecito, è meglio optare per stopper dalla forma oblunga (cilindrica o conica);
- Il materiale con cui sono costruiti è molto elastico ed aderente; questo li rende molto frenati nello scorrere. Cerchiamo stopper che non si spostino quasi completamente a secco, così da avere una corretta riposizionabilità sulla superficie inumidita. Un sistema semplice è quello di scegliere una misura più stretta rispetto a quella consigliata dal produttore per il nylon che stiamo utilizzando, così da assicurarci il massimo dell’attrito.
- Può accadere, come di fatto accade, di trovare parecchie difficoltà a filare lo stopper sui nylon di diametro sostenuto. Per diametri fino al 50, un buon metodo può esser quello di passare lo stopper su un cappio di 0,25 e da qui passarlo al nylon dello shock; per diametri ancora più grossi (anche fino all’80), il sistema più pratico è quello di sfilettare una ventina di cm del nylon con una lametta, così da ridurne il diametro iniziale e permettere allo stopper di entrare senza strapparsi.
In ogni caso, ricordiamoci di bagnare con un poco di saliva la doppiatura d’entrata.
- Se non si vogliono usare gli stopper in gomma, l’alternativa sono i nodini UNI da confezionare in spago cerato/gommato o, ancora meglio, in power gum (un prodotto di origine anglosassone, che permette di ottenere nodi scorrevoli a trazione e che si assuccano a tal punto da inglobare le spire e diventare uno stopper vero e proprio). Da evitare i classici nodini nylon su nylon, poiché poco scorrevoli e potenzialmente dannosi per la lenza madre.
A questo punto, vediamo che prospettive di disegni possiamo trovare, agendo sulla posizione degli snodi, cogliendo l’occasione anche per una breve scheda tecnica utile per chi non li conoscesse.
Short Rovesciato.
È un trave classico, composto da un unico bracciolo montato molto alto rispetto al piombo e di lunghezza non superiore al metro e mezzo.
Prede*: Tutte
Mare Mosso; No
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Buona
Tenuta alla laterale: Buona
Configurabilità***: Ottima
Clippaggio***: Facile (basta montare un bait clip a ridosso dell’aggancio per il piombo)
Long Arm.
Trave creato per la presentazione dell'esca il più naturale possibile, ha un bracciolo molto lungo (fino ai due metri e mezzo) su uno snodo montato in prossimità del piombo.
Prede*: Orata, Mormora, Spigola, Grongo.
Mare Mosso; No
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Discreta
Tenuta alla laterale: Buona
Configurabilità***: Ottima
Clippaggio***: Complesso (la lunghezza del bracciolo, prevede una doppiatura della clip, non sempre facile da eseguire).
Pezzetto Domiziano.
Trave progettato per dare la massima naturalezza nella presentazione dell’esca e permettere di limitare lal unghezza del bracciolo (al massimo 75 cm).
Come disegno è simile allo Short rovesciato, ma si distingue da questo perché lo snodo è libero di salire e scedere sul trave per una certo tratto (anche fino ad un metro).
Prede*: Orata, Sarago, Spigola, Mormora
Mare Mosso; Sì
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Buona
Tenuta alla laterale: Buona
Configurabilità***: Buona
Clippaggio***: Facile (praticamente uguale a quella dello short rovesciato).
Paternoster
È il disegno a due ami per eccellenza.
Ideato per presentare esche differenti e dedicata al mare mosso, prevede una coppia di braccioli corti (al massimo 50 cm), uno di seguito all’altro ed entrambi sopra il piombo.
Prede*: Sarago
Mare Mosso; Sì
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Discreta
Tenuta alla laterale: Ottima
Configurabilità***: Ottima
Clippaggio***: Complesso (si tratta di dover clippare il bracciolo più alto a ridosso dello snodo del secondo bracciolo e, infine, clippare quest’ultimo una ventina di cm sopra il piombo, praticamente un lavoraccio).
Paternoster Siciliano.
È il trave a due ami più utilizzato lungo le nostre coste, ideato per doppiare l’esca e, in pescando nel branco, doppiare anche le catture.
I due braccioli, sono di lunghezza differente montati, quello corto (75 cm) sullo snodo alto e quello lungo (massimo un metro) sullo snodo posto a ridosso dell’aggancio del piombo.
Prede*: Mormora
Mare Mosso; N.D.
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Discreta
Tenuta alla laterale: Buona
Configurabilità***: Ottima
Clippaggio***: Molto Complesso (si tratta di dover clippare il bracciolo più alto a ridosso dello snodo del secondo bracciolo e, infine, clippare quest’ultimo rovesciato verso l’alto).
Bomber Rig.
Trave di origine anglosassone, nasce come alternativa al Paternoster tradizionale, da dedicare alle condizioni di mare calmo e assenza di laterale.
Gli snodi, entrambi molto alti, si distanziano di 10/15 cm, mentre i braccioli, entrambi lunghi (anche oltre il metro), arriveranno quasi a ridosso del gancio per il piombo, con gli ami affiancati (in pratica come pescare con due short rovesciati).
È indispensabile l’utilizzo del bait-clip, per evitare che, i braccioli, si ingarbuglino nel lancio.
Prede*: Mormora
Mare Mosso; No
Mare Calmo; Sì
Distanza**: Ottima
Tenuta alla laterale: Scadente
Configurabilità**: Ottima
Clippaggio**: Facilissimo (consiste nel montare un bait-clip ad impatto di generose dimensioni sopra il piombo, per alloggiare comodamente i due ami innescati).
* In relazione alle nostre coste e alle condizioni meteomarine ideali per il trave.
** In condizioni ideali (assenza di vento o vento di spalle), con esche leggere e senza
bait-clip.
*** In riferimento esclusivo al trave solidale, direttamente costruito sullo shock leader.
N.B. LE FOTO DEI TRAVI SONO SITUATE NELLA SEZ. TRAVI ALLA PAG. WEB
http://www.pescareinsicilia.it/travi.php
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