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Agosto 2010
Traina e Battere il Calamaro
Emanuele Lisi
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Il calamaro (Loligo Vulgaris) appartiene alla famiglia dei cefalopodi , ha un corpo allungato e sui lati ha due pinne triangolari larghe che lo differenziano dal totano con cui spesso viene confuso , infatti il totano ha delle pinne piccole e corte come delle vere orecchiette e una colorazione più scura .Il Calamaro vive in quasi tutto il bacino del mediterraneo a profondità comprese tra i 5m e i 200-300m e predilige fondali sabbiosi misti a roccia e posidonia , nei periodi estivi migra verso fondali più alti e nei periodi autunnali ed invernali lo si trova anche in pochi metri d’acqua dove trova piccoli pesci per nutrirsi . E’ molto ricercato perchè ha delle gustosissime carni ed è un eccellente esca da utilizzare nella traina con il vivo per insidiare dentici ricciole prai e cernie , si mantiene vivo in vasca pur che questa sia dotata di ottimo ricircolo d’acqua . I sistemi di pesca per insidiare il calamaro sono tanti ma per noi pescatori dalla barca andremo a descrivere i più usati ossia la traina a calamari e la pesca a “battere” .La traina al calamaro viene praticata di notte nei periodi autunnali ed è proprio in tali periodi che si spinge fino a pochi metri dalla riva , questa pesca oltre ad essere abbastanza redditizia è anche molto divertente perchè se fatta a regola d’arte può regalare serate indimenticabili e può fare riempire rapidamente la vasca del vivo , viene praticata con canna e mulinello oppure con lenza a mano , se praticata con canna e mulinello si possono utilizzare piccole canne da bolentino e mulinelli fissi oppure canna e rotante da traina di basso libraggio .Per insidiarlo con la traina ci dobbiamo munire di un buon ecoscandaglio che ci dia le informazioni sulla profondità e sulle marcature di mangianza sul fondo perché di sicuro in mezzo ci troveremo i calamari che banchettano . Le profondità che dobbiamo battere sono comprese tra 5 e 15metri e le esche che andremo ad utilizzare sono dei squid minnow muniti di paletta in plastica e al posto delle ancorette troveremo delle doppie coroncine ad aghi (vedi foto2) , questi squid minnow affondano 2-3m ma se appesantiti da qualche piombo a sgancio rapido li possiamo far scendere più a fondo ,per quanto riguarda la velocità di traina ci sono tante scuole di pensiero ,c’è chi consiglia i 3 nodi chi invece 1,5-2nodi ,personalmente non scendo sotto l’ 1,5 nodi , la montatura da usare è un filo in bobina dello 0,40 o meglio un buon trecciato e un finale di 2-3m di 0,35 dove legare il nostro squid minnow e se vogliamo aggiungere un eventuale piombatura lo possiamo posizionare a circa 10m dalla nostra esca per poi filare un complessivo di lenza madre pari a 35-40m dallo specchio di poppa , se invece utilizziamo una lenza a mano (vedi foto4) si posso utilizzare più squid minnow in serie così da creare una vera filosa per calamari perchè se troviamo il branco non mancheranno le doppiette o le triplette di calamari ,in più come si può notare in foto possiamo aggiungere un richiamo stroboscopico ad intermittenza o di colore rosso o verde, per la restante montatura in foto è ben descritta . La pesca a “battere “ ,come viene denominata in Sicilia ,è quella più praticata e viene eseguita in inverno sia di giorno che di notte su fondali che vanno da 20m ai 60m e deve essere eseguita con la barca che scarroccia in corrente e occorre essere aiutati da un buon ecoscandaglio e da una buona conoscenza del luogo di pesca .La pesca a battere può praticarsi sia con canna e mulinello o sia con lenza a mano ma la montatura rimane la stessa in quanto è costituita da una lenza madre 0,35-40 e una serie di artificiali per calamari(vedi foto1)intervallati da 15-20cm l’uno dall’altro montati a bandiera con uno snodo a 3 vie (vedi foto1-3). La tecnica di pesca consiste nel far battere il piombo sul fondo e con degli strattoni si deve animare la montatura facendola risalire per qualche metro verso la superficie per poi rilasciarla verso il fondo fin quando qualche calamaro rimarrà vittima delle nostre insidie ,in parole povere deve essere un susseguirsi di movimenti delle esche .Per quanto riguarda le esche da usare per questa pesca le innovazioni giapponesi hanno sconvolto il sistema,si importano infatti esche più piccole del normale standard con colorazioni molto sgargianti e particolari, anni fa’ la faceva da padrone il classico squid della yo-zuri ma oggi la produzione Oppai e Misachi ha soppiantato la classica calamariera , in più i nostri amici orientali hanno creato quello che oggi si chiama tataki fishing e la possibile pesca diurna del calamaro , direi che l’unica cosa di buono che abbiamo importato in Italia per pescare il calamaro di giorno sono le esche ma il tataki fishing lascia il tempo che trova, a buon intenditor poche parole.
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